Oltre 83 milioni di euro di base imponibile sottratta a tassazione ed oltre 5 milioni di euro di I.V.A. dovuta. Queste le cifre riconducibili ad un imprenditore della zona ionica operante nel commercio di carni e animali da macellazione, arrestato dai finanzieri della Compagnia di Taormina. Nel mirino delle fiamme gialle l’amministrazione fraudolenta: erano infatti diverse le aziende nate con il solo scopo di gonfiarle di debiti e farle fallire, per eludere le tasse. I finanzieri della Compagnia di Taormina hanno quindi eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e due arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico a seguito di un’operazione eseguita su disposizione del giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Messina, dott. G. De Marco.
Dieci gli indagati responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, ricettazione ed infedeltà patrimoniale. Un’indagine avviata nella primavera del 2013 dopo che le verifiche fiscali condotte nei confronti di quattro imprese (di cui due successivamente dichiarate fallite) operanti nei settori del commercio di carne ed animali vivi e macellazione avevano consentito di constatare, complessivamente,
In carcere,in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, Z.G.S., cinquantenne di Santa Teresa di Riva, associato alla casa circondariale “Gazzi” di Messina, due, poi, gli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico nei confronti di M.G., sessantunenne di Savoca e R.B., sessantasettenne di Messina.
Grazie all’attività investigativa è stato individuato un gruppo imprenditoriale operante dietro lo schermo di societario di imprese costituite con l’unico scopo di accumulare debiti, prevalentemente fiscali, per essere poi destinate al fallimento una volta che l’attività economica era stata trasferita ad una nuova società costituita per l’occasione.
Le compagini societarie, tutte riconducibili a Z.G.S. erano formate, principalmente, dagli stessi familiari che si alternavano nel ruolo di amministratore sebbene la gestione de facto delle stesse fosse effettuata dall’arrestato, che operava in sostituzione dei propri familiari con il supporto costante di R.B., coordinatore e consigliere tecnico–contabile occulto.
Oltre agli arresti, le Fiamme Gialle taorminesi hanno effettuato il sequestro di quattro aziende riconducibili agli indagati nonché quote societarie, veicoli, immobili e disponibilità finanziarie a queste riconducibili per un valore di oltre due milioni di euro.
Sono stati sottoposti a sequestro e affidati alle cure dell’amministratore nominato dalla Procura della Repubblica anche 105 bovini e 35 ovini detenuti dalle aziende sequestrate.