“Una via d’uscita praticabile rispetto alla crisi mondiale? La valorizzazione delle comunità locali nel segno del bene comune”.
E’ questa la conclusione di Giovanni Passali, autore del libro Eurocidio intervenuto ieri al salone delle Bandiere del Comune di Messina per la chiusura degli incontri dedicati al ciclo “Fuori dall’Euro”.
Il patologico gigantismo del mercato finanziario rispetto a quello dell’economia reale è alimentato dalla compulsiva immissione di moneta sul mercato secondo un disegno verticistico che si colloca fra inconsapevolezza rispetto alle conseguenze e malafede nella ricerca dolosa di queste ultime.
A parere dell’economista è ormai chiaro che il libero mercato non sia in grado di generare “il giusto prezzo” come descritto nei modelli economici classici, così come è ormai lapalissiano il destino fallimentare cui è destinato l’euro con l’attuale sistema di governance che lo caratterizza.
La linea critica di Passali è condivisa dal M5S che proprio attraverso il ricorso alla raccolta firme per la legge d’iniziativa popolare finalizzata ad un referendum che interpelli finalmente la popolazione sulle scelte relative alla moneta che si propone di colmare il gap di democrazia e condivisione che sta alla base dell’originale adozione della moneta unica europea.
Le motivazioni e lo studio in termini di fattibilità dell’iniziativa del M5S sono state efficacemente illustrate da Giulia Grillo, portavoce del M5S alla Camera dei Deputati, la quale ha sottolineato come “la soluzione proposta sia giuridicamente praticabile secondo un precedente dell’89, anno in cui fu indetto con legge costituzionale d’iniziativa popolare, un referendum per decidere sull’assegnazione di un potere costituente al parlamento europeo”.
Il ritorno alla “condivisione” come valore imprescindibile ha costituito il leit motiv dell’incontro che ha visto peraltro anche l’illustrazione da parte di Valentina Zafarana, portavoce all’Ars dell’iniziativa “BOOM-Polmoni Urbani”, finanziata con le restituzioni dei deputati del gruppo parlamentare siciliano.
“Boom ci consente di restituire ai cittadini quanto di loro proprietà – afferma la deputata- dal momento che i nostri stipendi sono pagati con soldi pubblici, non è solo giusto, ma doveroso rimetterli a disposizione della collettività finanziando progetti innovativi in materia di rigenerazione urbana e valorizzazione dei centri storici secondo il modello del Farm Cultural Park di Favara”.
Ed a proposito di rigenerazione urbana e valorizzazione delle comunità locali utilissimo è stato il contributo di Luciano Marabello in rappresentanza del laboratorio dei beni comuni attivato presso il Comune di Messina che ha posto l’accento sulla recente approvazione del regolamento per l’uso condiviso dei beni comuni stilato attraverso la partecipazione diretta dei cittadini interessati.
Buone pratiche in controtendenza, dunque, rispetto al modello verticistico di stampo dogmatico, mediaticamente supportato che si sostanzia nell’onnipresenza ossessiva di modelli culturali preconfezionati dalle banche e dal mercato finanziario.
Il suggerimento è quello di riscoprire le potenzialità della comunità e della coesione sociale in luogo della competitività e dell’individualismo: un unico piccolo buon esempio in un contesto disastroso può costituire la variabile determinante utile a “salvare” il sistema nel senso di una ripresa, anche e soprattutto culturale prima che economica, finalmente autentica e non millantata.
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