Hanno ritirato con orgoglio ed emozione un riconoscimento inaspettato. Gli uomini di mare che continuano ancora oggi ad incarnare quel patrimonio immateriale di cultura e sapienza che caratterizza lo Stretto, si sono ritrovati nell’aula consiliare di Scilla dove domenica mattina si è svolta una sobria ma densa cerimonia di consegna delle benemerenze “Lo Scilla e Cariddi”, promossa dai Club UNESCO di Scilla “Eraldo De Lio” e da quello siciliano di Messina, gemellati tra loro.
Una medaglia ed una pergamena dall’alto valore simbolico, per chi ha saputo con il proprio lavoro illustrare le arti marinare nell’area dello Stretto. Uomini che hanno fatto la storia e continuano a farla, attraverso quell’eredità raccolta dai più giovani anch’essi presenti all’evento, organizzato con il patrocinio morale del Club UNESCO “Re Italo” di Reggio, dell’Accademia Amici della Sapienza di Messina e del Pres. del Consorzio Turistico di Scilla Aldo Bergamo.
Tra Scilla e Cariddi, nei luoghi del mito, quelle mani hanno lavorato con e per il mare: dai pescatori di Scilla Giovanni Polistena, Antonio Alfonsetti (che oggi ha 86 anni e fino a due anni fa fiocinava il pescespada) e Santo Pirina; a quelli di Ganzirri, che non ci sono più come Simone Arena e Nicola Mancuso (il cui premio è stato ritirato dal figlio Pippo della feluca Zeus, che ha ricordato come era stata l’intuizione del padre a portare la motorizzazione con un motore “moscone” delle antiche imbarcazioni, dando il là ad un’ inarrestabile corsa verso la passerella come la conosciamo adesso). Un mondo, quello della caccia al pescespada, che era l’ecomomia più importante nello Stretto, grazie anche al lavoro dei maestri d’ascia, ricordati per la loro arte, come Antonino Mancuso (Ganzirri), Giuseppe Federico (Pace), Giuseppe Vanto. Senza dimenticare il “padroncino” Francesco Schepis e il capitano di lungo corso Filippo Bellantoni, attuale presidente dell’Anmi Sicilia.
Ad arricchire la manifestazione, occasione di riflessione sul futuro dell’area dello Stretto e sui pericoli di un oblio inevitabilmente accelerato dalla crisi economica che rischia di fermare l’attività di pesca, è stato l’intervento del professore Pasquale Amato, che in un breve ma esauriente racconto, ha ripercorso la storia di un luogo “sacro” anche per la letteratura e la poesia che ha evocato.
Hanno accompagnato musicalmente la giornata la violinista Cristina Perrone e il cantastorie Fulvio Cama, ispiratosi al famoso brano di Modugno “u piscispada” (vedi video).
Soddisfatti i presidenti dei Club Unesco coinvolti: Francesco Porcaro di Scilla, Alberto Gioffre’ di Reggio e Santina Schepis di Messina, che proseguono nel delicato compito di porre l’attenzione sulla salvaguardia di un tesoro comune, ancora oggi poco valorizzato. (@Pal.Ma.)