Lo hanno legato ad un filo elettrico, per impedirgli di scappare, di potersi salvare. Poi probabilmente lo hanno gettato in mare, che lo ha restituito spiaggiandolo nella costa di San Saba. Questa la triste fine di un cane di grosse dimensioni, la cui carcassa è stata rinvenuta nella mattina di domenica da alcuni passanti che hanno segnalato l’orrore al consigliere di quartiere Mario Biancuzzo, che ha subito avvisato la Capitaneria di Porto, denunciando l’accaduto.
Purtroppo un altro episodio di maltrattamenti sugli animali, dopo quello segnalato da messinaora.it sulla spiaggia di Ganzirri che riguardava un gatto (seviziato fino alla morte) e di un cavallo. Probabilmente anche in questo caso i diabolici assassini che hanno compiuto il gesto, resteranno impuniti.
Un macabro ritrovamento che suscita indignazione e accresce la richiesta di attenzione da parte di tutti, per segnalare prima che sia troppo tardi, le crudeltà sugli animali.
Il maltrattamento di animali, in diritto penale, è il reato previsto dall’art. 544-ter del codice penale ai sensi del quale: “1. Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5 000 euro a 30 000 euro. 2. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. 3. La pena è aumentata della metà se dai fatti cui al primo comma deriva la morte dell’animale.”