Raccontare e sdoganare gli stereotipi che, grazie al cinema, hanno contraddistinto l’immagine della Sicilia nel mondo dal dopoguerra ad oggi. Sarà questo il tema della conferenza “La Sicilia riflessa. Immagine e rappresentazione attraverso il cinema degli anni ’50 e 60” che Mario Bolognari, direttore del Dipartimento di Civiltà antiche e moderne dell’Università degli Studi di Messina, terrà domani all’ “Oxford Literary Festival“, rassegna internazionale di due settimane fondata da Sally Dunsmore, giunta alla seconda edizione, che accoglie circa cinquecento relatori da tutto il mondo per discutere sulla letteratura e la cultura degli Stati Uniti, India, Italia e Spagna.
Una ricostruzione, quella del professore Bolognari, che partirà dall’analisi di due film italiani, ovvero “Divorzio all’italiana” e “Sedotta e abbandonata” di Pietro Germi e due film stranieri come “Der Bunte traum” e “Gitarren klingen”, rispettivamente di Géza von Cziffra e Hans Deppe, tutti ambientati nell’immediato dopo guerra; pellicole queste che hanno costruito un’immagine della Sicilia fuorviante e stereotipata, quasi capo espiatorio di un cinema che doveva rappresentare la condizione del Paese nell’epoca e che, giocando su alcuni luoghi comuni relativi all’isola, rappresentavano una terra eccessivamente arretrata, grezza e ignorante , come del resto i suoi abitanti tradizionalmente iper passionali e mossi da pulsioni sessuali eccessive, selvaggi e senza civiltà; una visione nel complesso decisamente grottesca e arcaica: ingiusta, quindi.
Una scelta ben precisa, di stampo politico-ideologico secondo Bolognari, frutto di una strategia di clientelismo tipica della classe dirigente nostrana. Una Sicilia vittima quindi non tanto del pregiudizio, quanto della sommaria, superficiale e mistificata visione globale che questa serie di storpiature hanno contribuito a costruire negli anni; demonizzare tutto ciò è possibile, magari a partire dai tanti buoni esempi che la nostra terrà è in grado di prestare alla comunità nazionale: uno su tutti, spiega il direttore del Dicam, Sergio Mattarella, neoeletto Presidente della Repubblica Italiana, unanimemente riconosciuto come il “siciliano nemico della mafia”.