Pochi minuti per lui con il Cosenza, al rientro da un problema fisico che lo ha tenuto lontano dal terreno di gioco nelle ultime delicate sfide. Quasi interamente recuperato, sarà fondamentale il suo contributo per tentare la missione salvezza diretta, alla quale Manuel Mancini ed il resto del gruppo evidentemente credono ancora: “sono a disposizione, non so ancora se sarò in campo dal primo minuto. Ho avuto una borsite alla rotula destra, ma adesso ho recuperato completamente e sono contento di tornare nel gruppo”. Quando a gennaio è arrivato in città le prospettive sul futuro a breve termine della squadra erano decisamente diverse: “chiaramente non mi aspettavo questa situazione, bensì una salvezza tranquilla. Ma siamo qui e lottiamo per raggiungere l’obiettivo. Il motivo di tutto questo non lo so, dipende da tanti fattori, prendiamoci le nostre responsabilità perché siamo noi i diretti interessanti, coloro che scendono in campo. Forse per dire tutto quello che penso non è il momento adatto, credo che ciò che dobbiamo fare un po’ tutti è cercare di non pensare a niente, perché al momento tutto ci va contro. Bisogna ripartire con voglia, andando avanti giorno dopo giorno, partita dopo partita”.
Di “match-ball” abbiamo parlato fin troppo ed il Messina, fin qui, li ha falliti tutti; perdere ad Aversa, una squadra che negli ultimi tempi ha dimostrato di essere tutt’altro che finita, potrebbe però davvero rappresentare il baratro per i giallorossi: “loro arrivano un po’ meglio alla gara, ma noi abbiamo tutte le qualità tecniche e mentali per affrontare la partita. Siamo un gruppo unito, sabato anche noi in panchina cercavamo di fare sentire la nostra presenza ai compagni. Ad Aversa in campo andranno diciassette giocatori, non solo undici, qui c’è in ballo la faccia di ognuno di noi”.
Aversa e Messina hanno recentemente criticato, senza mezzi termini, le direzioni arbitrali, alludendo non troppo velatamente ad un “Palazzo” che penalizzerebbe le squadre in campo: “ci ho pensato anche io onestamente, molte volte siamo stati penalizzati, anche se non voglio credere che ci sia qualcuno che ce l’abbia contro il Messina. Ma non bisogna, da parte nostra, pensarci troppo perché questo porta solo negatività”.
Sulla sua posizione in campo, ora che il neo tecnico di Costanzo ha portato il modulo al 4-4-2, glissa l’esperto centrocampista: “se il mister mette Mancini in un ruolo a lui non adatto non è un problema, ho 31 anni, posso essere duttile e ricoprire più ruoli. Con lui ho parlato e anche se io generalmente sono molto silenzioso e non vado contro nessuno, so cosa c’è dentro di me. Ma adesso bisogna pensare al bene della squadra”.
Una battuta, infine, sulle terribili condizioni del manto erboso del Celeste, sede degli allenamenti settimanali che di “erboso” ha davvero ben poco, finito nell’occhio del ciclone non solo per questioni amministrative extra-calcistiche (adesso apparentemente appianate, sebbene a tempo determinato) ma anche per essere stato additato come il principale responsabile dei tanti infortuni e della scarsa tenuta atletica della squadra; Mancini commenta senza giri di parole: “Il Celeste? Non ho mai visto un campo così, neanche all’Ostiamare, ma questo non dev’essere un alibi nei nostri confronti”