Continuano le reazioni alla notizia relativa all’annunciata chiusura della filiale di Messina della Banca d’Italia. “La filiale di Messina non può essere chiusa ma va trasformata in una filiale ad ampia operatività”. A sostenerlo sono i parlamentari di Area Popolare, Enzo Garofalo e Bruno Mancuso che hanno chiesto un incontro al direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi. “Sappiamo che la Banca d’Italia sta procedendo ad una riforma organizzativa della sua struttura territoriale finalizzata ad una riduzione dei costi – scrivono – ma la chiusura della filiale di Messina, la città più grande tra le 25 nelle quali si trovano filiali di Bankitalia, non può essere disposta senza avere tenuto in debito conto alcune sue peculiarità. “Se si chiudesse la struttura, Messina – evidenziano – sarebbe l’unica città metropolitana a non avere una sede della Banca D’Italia con ripercussioni importanti sul territorio dove tra l’altro, assolve ad una importantissima e insostituibile funzione di controllo.
Da un recente studio di UnionCamere, infatti, Messina – sottolineano – è al primo posto in Italia per la pericolosità sociale ed economica delle attività usuraie e la Banca rappresenta un presidio fondamentale di contrasto alla criminalità. Se da un lato – concludono i parlamentari – in un momento di crisi economica è naturale e giusto stringere la cinghia ed efficientare i costi, riteniamo tuttavia altresì importante farlo senza sottovalutare elementi importanti come quelli sopra indicati”.
Si fa sentire anche il sindacato Uilca che definisce “vergognoso il disegno finalizzato alla chiusura della Filiale della Banca d’Italia di Messina che rappresenta, sic et simpliciter, l’omicidio premeditato di una città e di una vasta e importante comunità. La UILCA – si legge nella nota – esprime totale vicinanza e profonda solidarietà ai 17 lavoratori della Banca d’Italia di Messina, incolpevoli vittime di un sedicente progetto di riorganizzazione della rete territoriale della Banca centrale. La chiusura della Filiale di Messina non ha nessuna logica, nè economica tantomeno geo-politica, poiché, fra l’altro, si tratta dell’unica Città Metropolitana che perderebbe l’indispensabile presenza della Banca d’Italia che è anche Tesoriera provinciale dello Stato. Non si tratta di una sterile battaglia di pennacchio o di campanile, ma la tutela di una Istituzione che è riconosciuta come avamposto di legalità. In questo drammatico contesto è scandalosamente assordante il silenzio, complice e colluso, delle Istituzioni e della deputazione regionale e nazionale di Messina, soggetti colpevolmente latitanti anche su questo nuovo ed ennesimo scippo subito dalla città. La battaglia intrapresa per la difesa della Filiale messinese della Banca d’Italia prosegue senza sosta e trova il pieno e incondizionato sostegno, ad ogni livello, della UILCA”.