Bilancio del Comune truccato tra il 2009 e il 2012, la Procura chiude le indagini. Sulla graticola sindaco, consiglieri comunali, revisori dei conti, dirigenti. In 62 accusati di falso e abuso d’ufficio

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di Michele Schinella – Entrate improbabili e sovrastimate inserite nell’attivo. Spese, invece, sottostimate benché certe nel loro ammontare. E poi ancora omissioni nell’inserire tra le passività spese già prevedibili e debiti fuori bilancio risalenti agli esercizi precedenti. Sono queste le falsità che – secondo il sostituto procuratore Antonio Carchietti – hanno caratterizzato la formazione del bilancio di Palazzo Zanca negli anni 2009, 2010, 2011, 2012.

Il magistrato friulano è arrivato a questa convinzione e ha chiuso le indagini, in genere preludio di richiesta di rinvio a giudizio, inviando il relativo avviso a 62. La posizione di 11 persone, iscritte a suo tempo sul registro degli indagati, è stata, invece, stralciata.

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L’ex sindaco Peppino Buzzanca

Secondo il magistrato il sindaco Peppino Buzzanca, gli assessori della sua Giunta, i revisori dei conti, gran parte dei consiglieri comunali e una serie di dirigenti del Comune si sono resi responsabili del reato di falsità in concorso aggravata. Il tutto con un fine: nascondere la situazione economica e finanziaria disastrosa ed evitare di dichiarare il dissesto del Comune di Messina,  impedendo così  l’attivazione del giudizio di responsabilità sul loro operato da parte della Corte dei conti.

Per questo, il sostituto contesta pure il reato di abuso d’ufficio in concorso.

L’inchiesta si basa sulla consulenza di Vito Tatò.

Il commercialista, autore anche per conto di altre Procure di consulenze sui bilanci di altri comuni italiani, ha passato al setaccio innanzitutto le delibere di Giunta e le delibere di Consiglio comunale, atto finale con cui si approva il bilancio. E soprattutto le note firmate dai dirigenti di vari settori in forza dei quali il bilancio veniva predisposto con tanto di parere positivo dei revisori dei conti.

Il sostituto ha puntellato la sua inchiesta con tutta la documentazione relativa ai procedimenti pendenti alla Corte dei conti di Palermo.

Inizialmente sul registro degli indagati erano stati iscritti in 73. Il pubblico ministero li ha convocati tutti a Palazzo piacentini per dar loro la possibilità di chiarire la posizione. Solo in pochi non si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. All’esito di questi interrogatori il pm Carchietti ha stralciato la posizione di 11.

Oltre al sindaco Giuseppe Buzzanca, hanno ricevuto l’avviso conclusioni indagine gli ex assessori: Pinella Aliberti, Elvira Amata, Carmelo Capone, Giuseppe Corvaja, Dario Caroniti, Orazio Miloro, Giorgio Muscolino, Carmelo Santalco, Gianfranco Scoglio, Giuseppe Isgrò, Salvatore Magazzù, Francesco Mondello.

I dirigenti: Francesco Aiello, Carmelo Altomonte, Antonio Amato, Giovanni Bruno, Antonino Cama, Attilio Camaioni, Carmelo Famà, Carmelo Giardina, Diane Litrico, Domenico Manna, Giuseppe Puglisi, Vincenzo Schiera, Carmelo Santalco, Giovanni Di Leo, Giuseppe Terranova

L’ex ragioniere generale Ferdinando Coglitore;

L’ex segretario generale Santi Alligo, l’ex vice segretario, Giuseppe Mauro.

L’ex direttore generale Filippo Ribaudo.

I membri del collegio dei Revisori dei conti: Roberto Aricò, Domenico Donato, Domenico Maesano, Dario Zaccone, Giancarlo Panzera;

Gli ex Consiglieri comunali: Giuseppe Ansaldo, Angelo Burrascano, Gaetano Caliò, Giuseppe Capurro, Antonino Carreri, Giuseppe Chiarella, Bruno Cilento, Giovanni Cocivera, Carmelo Conti, Giovanna Crifò, Antonio Fazio, Giuseppe Magazzù, Vincenzo Messina, Giorgio Muscolino, Giuseppe Previti, Antonio Restuccia, Mario Rizzo, Sebastiano Tamà, Salvatore Ticonosco, Marcello Greco, Paolo Saglimbeni, Salvatore Serra, Antonino Spicuzza, Roberto Nicolosi, Roberto Sparso, Pietro Iannello. (tratto da www.micheleschinella.it)

 

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