Questa mattina nella città di Messina si è diffusa la notizia di un uomo africano giunto al Policlinico e ricoverato perché affetto da Ebola. La notizia è giunta pure nelle redazioni delle testate giornalistiche.
E’ bastata una telefonata per capire che si trattava non di “un caso di Ebola” ma di un “caso psichiatrico”. Già alle 15 il caso non c’era più, si era sgonfiato: secondo quanto hanno dichiarato alcuni medici che hanno visitato l’uomo, questi non aveva nessuno dei sintomi evidenti della malattia. Tuttavia, la notizia tre ore dopo, alle 17, ha iniziato a riempire le pagine dei giornali on line. La notizia però a quel punto è una “non notizia”.
Ma anche di non notizie vivono coloro che scrivono sui giornali. E poi i falsi allarmi a qualcosa servono sempre. I falsi allarmi bomba, i falsi allarmi attentati, i falsi allarmi epidemie, gli allarmi (falsi) di attentato alla libertà di stampa: falsi allarmi che solleticano le paure della gente e diventano notizie importanti, ma di vero hanno solo che sono false. Allarmi falsi che creano eroi cui magari poi bisogna assegnare la scorta o giornalisti da premiare.