Mafia barcellonese e colletti bianchi: il pentito D’amico tira in ballo l’ex assessore regionale Beninati

Ancora una tappa del processo Gotha 3, sui rapporti tra mafia barcellonese e politica. Nel contro interrogatorio di ieri davanti alla Corte d’Appello di Messina il boss pentito Carmelo D’Amico ha tirato fuori un secondo nome “eccellente” dopo quello del senatore Domenico Nania, accusato de relato (ovvero secondo informazioni ricevute dal pentito dal boss oggi ristretto al 41bis, Sam Di Salvo) come a capo di una loggia massonica.

Rispondendo alle accuse degli avvocati difensori degli imputati, D’amico ha fatto il secondo nome eccellente: si tratta del ex assessore regionale del Pdl Nino Beninati, che secondo quanto raccontato in aula, nel 2007 avrebbe raccolto i voti della mafia barcellonese, attraverso attraverso Giovanni Rao e Sem Di Salvo, con l’intervento dell’allora vice presidente del consiglio comunale Maurizio Marchetta, eletto nelle liste di Alleanza Nazionale e successivamente collaboratore di giustizia.

Cosa la mafia abbia ricevuto in cambio per questa raccolta di voti, non è emerso in aula.

Sotto accusa anche l’associazione culturale Corda Frates, che D’amico ha definito “una loggia massonica a tutti gli effetti”.

Il controesame delle difese si concluderà il prossimo 16 marzo.

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it