“Europa come opportunità di sviluppo per i Paesi aderenti all’Unione”: quante volte abbiamo udito questa definizione relativa alla grande mamma UE? Eppure non sempre risulta facile da credere si tratti di una risorsa piuttosto che di un impiccio per le Nazioni che appartengono alla famiglia comunitaria. Insomma, perché sembra sempre più spesso ci siano figli e figliastri? Perchè alcune realtà riescono a godere di benefit economici importanti e altre no? Certo, in parte la responsabilità è da attribuirsi a chi ha come mission quella di carpire fondi e non ci riesce; fondi che, se non utilizzati, vengono rimessi nel calderone generale e ridestinati a chi abbia maggiore e migliore capacità di intercettarli con progetti che siano all’altezza delle richieste.
“L’unione Europea offre un sistema di opportunità tramite i programmi di finanziamento che riguardano la programmazione comunitaria per il periodo 2014 -2020 a partire dall’innovazione tecnologica e l’inclusione sociale”, lo scrive la consigliera dell’Udc, Mariella Perrone che, con un’interrogazione scritta, chiede ragguagli al sindaco di Messina in merito all’accesso alle risorse. Un accesso che “richiede talvolta, conoscenze tecniche specialiste che spesso diventano il vero ostacolo alla partecipazione ai bandi europei. Da qui, le preoccupazioni dovute al fatto che l’ufficio a ciò preposto è stato soppresso da questa Amministrazione”.
Ovviamente il riferimento è all’ufficio programmi complessi di cui molto si è discusso nelle scorse settimane e la cui cancellazione ha creato non poche perplessità nei diversi gruppi rappresentativi al consiglio comunale. La Perrone che, durante il proprio mandato assessoriale alla Provincia, ha ottenuto la fruizione di capitali per finanziare progetti relativi al ramo delle pari opportunità, conosce l’importanza di saper leggere e afferrare certe chances offerte dall’Unione.
La scudocrociata chiede alla giunta “di puntare l’attenzione sulle risorse destinate agli Enti locali, visto che il più delle volte si registrano grandi difficoltà di partecipazione, da parte delle amministrazioni pubbliche, a causa della scarsa informazione e, soprattutto, della mancanza di competenze specifiche”.
Giacché le casse del Comune languono (ed è un eufemismo), rimanere inermi e lasciar andare deserti bandi ai quali non solo Messina potrebbe ma anzi dovrebbe partecipare, invece di restare immobile a patire in una situazione di perenne predissesto, appare un nonsense bello e buono. Per questo, la Perrone scrive: “si auspica che questa interrogazione faccia da stimolo, in maniera tale da attivarsi al più presto per reperire quei fondi messi a disposizione per il bene del comune, e non doversi ritrovare in futuro a dover accusare questa amministrazione di avere condotto alla perdita quest’ulteriore possibilità di crescita per tutti i cittadini messinesi”.