Mala sanità siciliana nell’occhio del ciclone, specie in questi giorni in cui le notizie si rincorrono alla velocità della luce: dal caso straziante e vergognoso della piccola Nicole (con tutti gli strascichi politici che questo si sta portando dietro) alla storia del bimbo di Trapani ricoverato per una febbre implacabile e altissima scambiata per influenza e non invece per la meningite che qualche ora dopo lo porterà a spegnersi. A questo si sommano gli scandali, quelli che passano dalle note corsie preferenziali e che hanno al centro il casus belli riguardante il direttore della centrale operativa del 118, Gaetano Marchese, reo d’essersi fatto prelevare -il riflessivo è d’obbligo- ad Alghero da un velivolo dell’elisoccorso del 118 della Sicilia per essere riportato a Palermo e affidato alle cure di medici di fiducia, dopo un malore accusato mentre si trovava nella costa nord occidentale della Sardegna.
Stamattina si aggiunge un nuovo tassello al “puzzle delle vergogne”: LiveSicilia pubblica una notizia inerente un altro “volo sospetto” che si sarebbe levato sui cieli della Trinacria; “un politico messinese trasportato dalla città dello Stretto all’Ospedale Villa Sofia di Palermo per un intervento al naso”, di questo parla l’articolo. Il politico in questione è Nino Interdonato, presidente del consiglio comunale di Messina, da ieri nel direttivo di Anci Sicilia Giovani. Il riformista sarebbe giunto al pronto soccorso del Papardo a seguito di un incidente in moto in condizioni che, l’onorevole Beppe Picciolo ha definito “assai critiche”. Vi chiederete cosa c’entri il deputato regionale in questa faccenda: ebbene la pietra dello scandalo è proprio che la presenza del parlamentare dell’Ars avrebbe potuto, secondo quanto desumibile tra le righe riportate dal quotidiano on line, determinare quella pressione “necessaria” a far decollare un volo di soccorso, senza che l’urgenza fosse davvero giustificata. Ovviamente gli interessati negano si sia trattato di favoritismo e, giustificano la presenza del referente Dr nel modo più ovvio possibile: Picciolo sarebbe accorso sul posto in qualità di persona vicina al giovane, tutto qui. Niente di più normale visti i rapporti personali oltre che politici tra i due, che in questo caso sembrerebbero ripresi come un argomento a supporto della tesi di favoritismo.
Ma facciamo un passo indietro, correva il giugno del 2013, Nino Interdonato è candidato alle amministrative ma non si è neppure ancora provveduto allo spoglio quindi la sua elezione è solo un auspicio personale. Nei pressi di Palazzo Zanca, l’allora ventitrenne è protagonista di un sinistro piuttosto grave dopo il quale viene trasportato al pronto soccorso del Papardo.
Dopo visite e consulti, arriva la scelta (dei medici del pronto soccorso) di trasportare il paziente a Palermo, data la complessità dell’intervento che oltre a riguardare il naso, il cui setto era rientrato con possibili conseguenze celebrali, interessava anche l’occhio, giacché era stata riportata la frattura dell’orbita. Tutt’altro che lieve come quadro clinico. A quanto risulta a Livesicilia, la Procura di Palermo starebbe aprendo un’inchiesta per stabilire se questo trasporto in elisoccorso abbia costituito un caso clientelare e se vi siano state o meno interferenze di una longa manus politica che avrebbe reso il cittadino Interdonato un paziente di serie A rispetto ad altri a cui un servizio come quello del trasporto in elicottero, viene negato a volte anche di fronte a situazioni assai peggiori.
In attesa di una comunicazione ufficiale da parte dei diretti interessati per cui conto il cui legale, avvocato Salvatore Versaci, pare interverrà nelle prossime ore, è lecito chiedersi se possiamo davvero indignarci di fronte ad un caso che, apparentemente, risulta assolutamente giustificato dall’emergenza del trauma riportato dal paziente, solo perché la malasanità dilaga e dà dimostrazione del suo peggio ogni giorno; se sia o meno plausibile indignarsi al cospetto di una procedura regolare “solo” perché, troppo di frequente, le cose assumono una piega assai diversa da quella regolarità che afferisce ad un diritto alla salute non sempre tutelato. @eleonoraurzi