Tornato al gol domenica scorsa, lui che di realizzazioni può contarne poche in questo campionato seppur quasi sempre le sue reti siano state pesanti, Luca Orlando spiega i motivi della sua esclusione e difende l’atteggiamento tattico del suo allenatore, con il quale esiste un legame storico che va oltre i colori giallorossi: “Da come il mister aveva provato in settimana io, Giorgio e De Paula ci giocavamo un solo posto. Naturalmente l’ho presa con dispiacere ma ho cercato di farmi trovare pronto. Il gol? Più una gioia personale che altro, ai fini del risultato non è contato, speravamo di riprenderla nel finale ma non ci siamo riusciti”. Dal 3-5-2 al 4-3-3 salvo poi ritornare al modulo iniziale, Orlando ha fino a questo momento pagato le scelte del fidato tecnico, giocando in un ruolo non suo (esterno d’attacco) per non scontentare Grassadonia. Sacrificio e lavoro sporco sempre lontani dalla porta, ma l’attaccante ricorda: “Io sono una prima punta, sull’esterno mi adatto per il bene della squadra pur sapendo di non essere il mio ruolo”.
Un punto nelle ultime tre partite, un cambio di modulo che non ha portato i frutti sperati ed un atteggiamento fin troppo rinunciatario che inizia a far rumoreggiare quella parte di tifoseria che imputa a Grassadonia poco coraggio nella gestione delle partite. Il tecnico, a dire il vero, è già stato bersagliato in un passato non lontano dal presidente Lo Monaco in merito alla gestione dei suoi ragazzi: “Grassadonia è un allenatore che ha sempre cercato di imporre il suo gioco, anche con le piccole. Il 4-3-3 è abbastanza offensivo, chiaro che domenica abbiamo adottato un atteggiamento un po’ più rinunciatario, ma è stata una partita che non abbiamo sfruttato nel migliore dei modi. Dalla prossima settimana il Messina andrà su tutti i campi ottenere i tre punti. Posso dire che il mister sia uno dei migliori nel preparare la partita. Quest’anno non abbiamo mai trovato il modulo giusto e questo ci ha penalizzato un po’”.
Ottimismo poi per la prossima sfida del Messina, lunedì sera a Lecce, una squadra con la quale nel girone d’andata il Messina aprì un mini ciclo piuttosto felice: “Caserta e Matera sono state due trasferte difficili, però all’andata con Lecce, Juve Stabia, Lamezia e Melfi facemmo otto punti, quindi lunedì possiamo giocarcela. Sapremo già i risultati delle altre ma noi dobbiamo fare la nostra partita, al di là di tutto”.
Glissa l’attaccante, infine, circa il “caso capitano”, con la fascia affidata non senza sorpresa al giovane Marco Bortoli: ” Credo che sia un premio ad un giocatore che si è sempre allenato senza dire mai una parola e che,una volta chiamato in causa nel derby, ha risposto alla grande. Allo spogliatoio non è pesato, sono gesti che anzi valorizzano il gruppo. Certo un po’ mi ha sorpreso”. E quando gli facciamo notare che a questo stesso profilo corrispondono almeno altri due o tre giocatori legittimati da età ed esperienza Orlando chiude la questione: “Non faccio paragoni, in questo gruppo tutti si comportano bene, ma queste sono piccolezze alle quali non bisogna appigliarsi troppo”.