Lavoro: Mariella Perrone propone clausola sociale per dare ossigeno agli operai inoccupati

Maria Perrone

Discreta e mai al centro di polemiche o tafferugli di palazzo, quando apre bocca lo fa principalmente per occuparsi di questioni che hanno una forte ricaduta sul sociale, un compito che -tecnicamente- è proprio quello che la politica dovrebbe svolgere. Il soggetto in questione è la consigliera Mariella Perrone, un passato da amministratrice alla Provincia e un presente da membro del gruppo Udc in consiglio comunale.

Stamattina, l’attenzione della scudocrociata si è focalizzata sulla questione dei cantieri pubblici, un’opportunità per quegli operai messinesi disoccupati che, di certo, potrebbero godere di una corsia preferenziale nella selezione di personale impiegato delle aziende che appaltano lavori in città. La presidente della IX commissione (regolamento e statuto), si è rivolta al signor sindaco e all’assessore ai lavori pubblici, con un’interrogazione che punta a far valere il sacrosanto diritto al lavoro come “priorità garantita dalle istituzioni come strumento di rinascita della persona” in un momento di “particolare criticità che stiamo vivendo a livello occupazionale”, chiedendo “all’Amministrazione comunale di inserire, nei bandi di gara relativi alla realizzazione di opere pubbliche in città, una clausola sociale che impegni le imprese che realizzeranno i lavori a reperire prioritariamente manodopera e maestranze locali, compatibilmente con la propria libertà di organizzazione dell’impresa”. La proposta della Perrone suggerisce al Comune di porre come condicio di “attingere prioritariamente, e in misura comunque non inferiore al 30%, alle maestranze locali residenti nel comune di Messina, con particolare riferimento a soggetti disoccupati o in cerca di prima occupazione che versano in particolari situazioni di disagio economico e sociale, per fare in modo che i cantieri che dovranno essere avviati possano rappresentare una opportunità di crescita per il tessuto economico cittadino ed in particolar modo per i lavoratori, ovviamente il tutto secondo le disposizioni di legge”.

In tempi grigi come questi, l’iniziativa potrebbe certamente rappresentare una boccata d’ossigeno per quei disoccupati che vivono il disagio economico e sociale di una condizione occupazionale ridotta ai minimi termini. Come la stessa proponente evidenzia nella sua interpellanza, già altri comuni italiani hanno adottato il provvedimento che è stato legittimato “da alcuni importanti pareri, non ultimo quello dell’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici (AVCP)”. Un pensiero di chiusura viene rivolto ai giovani le cui prospettive in questa situazione di crisi finanziaria, professionale e valoriale, sono pressocchè azzerate.

@eleonoraurzi

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