“Un giorno tutto da rifare” cantavano i Velvet, in realtà qui si tratta di giornate intere da ripetere, dibattiti, commissioni e analisi dei dati, questo perché durante la seduta straordinaria del consiglio di ieri sera non si è concluso un bel niente, a dispetto delle previsioni. Piano di riequilibrio ancora in stand by dunque dopo il tam tam tra giunta, Ministero, revisori dei conti, commissione bilancio che si è riunita pressocchè ogni giorno per arrivare ad una quadra che, neanche a dirlo, ieri non c’è stata. E a tirare fuori il coniglio dal cilindro stavolta sono stati i Dr che hanno rinvenuto un gap consistente nella documentazione pervenuta: “dov’è il piano delle dismissioni? E i contratti di servizio Amam e Atm?”
Niente da fare…tutto da rifare: adesso si ricomincia. Suddetti atti dovranno essere portati e analizzati in prima commissione, ricevere parere dei revisori e poi essere rimbalzati nuovamente all’aula. E il tutto andrà fatto in tempi brevi perché anche se il termine del 28 gennaio dettato dal Ministero non è stato ritenuto perentorio, questa storia infinita deve andare a chiudersi il prima possibile: lo sanno i quaranta e lo sa anche l’Amministrazione che ieri ha sollecitato i tempi e i modi. La stessa che si è presentata quasi al completo in aula e che, alla fine ha appoggiato la proposta dei Dr di rimandare tutto.
“La deliberazione che stasera il Consiglio viene chiamato a votare rappresenta un passaggio fondamentale, una discriminante essenziale:
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o credere nelle possibilità di ripresa di Messina
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oppure scegliere di abbandonare ogni speranza.”, questo l’incipit del discorso del sindaco che ha introdotto i lavori di ieri lanciando un appello all’aula e alla città parlando di come un anno e mezzo fa l’Amministrazione cominciò a “ragionare su come affrontare l’enorme situazione debitoria del nostro Comune”. Accorinti sciorina i vari “abbiamo fatto, avremmo potuto fare” per la serie “stiamo qui a lavorare senza sosta mica in panciolle a guardare scorrere le cose, in modo inerme”, ma “Avrebbe significato, in sostanza, rinunciare a essere classe dirigente di questa Città, contravvenendo al mandato popolare affidatoci!”, continua il primo cittadino alla cui ars oratoria (?) viene affidato il solito discorso motivazionale, ai numeri ci pensa il suo vice.
“Noi stasera, tutti insieme, con forza lanciamo un messaggio di fiducia: Messina stasera riparte !”, concludeva speranzoso. Per dove… si riparte? Per un ennesimo viaggio a vuoto, quello che ci riporta indietro di mille passi su una strada già percorsa e che sembra sempre più senza uscita. Ma quella d’emergenza (l’uscita) siamo certi si troverà, la posta in gioco è alta, per alcuni più che per altri. La summa è che adesso è tutto da rifare, speriamo che, almeno, le osservazioni su cosa manca e cosa non è chiaro arrivino prima del suono del gong.