“Il diritto alla continuità territoriale tra Sicilia e Italia continentale è garantito dalla Costituzione, ma il recente smantellamento di servizi da e per la Sicilia deciso da Trenitalia, di fatto lo cancella. Chiediamo quindi l’intervento del ministro dei Trasporti Maurizio Lupi: il processo decennale di disinvestimento che, dal 2005 ad oggi, ha visto diminuire i collegamenti giornalieri a lunga percorrenza da e per la Sicilia dal numero di 56 ai 4 previsti dal 15 giugno 2015, è inaccettabile”.
Lo scrivono in una interpellanza rivolta al ministro per i Trasporti e le Infrastrutture, i parlamentari nazionali Fausto Raciti (Pd) e Giampiero D’Alia (Udc).
Nell’interpellanza, firmata anche dai parlamentari nazionali siciliani dei democratici, si sottolinea che “il Gruppo FS Italiane ha ufficializzato che, con l’entrata in vigore del nuovo orario ferroviario, programmato per il 15 giugno 2015, i servizi universali con i due treni InterCity diurni Palermo/Siracusa – Roma, e l’InterCity Notte Palermo/Siracusa – Milano, saranno soppressi. Le sole corse di lunga percorrenza a rimanere attive saranno i due treni InterCity Notte Palermo/Siracusa – Roma. Con decorrenza al 15 giugno 2015, i collegamenti diurni Sicilia/Calabria saranno affidati al servizio di traghettamento a piedi, con notevoli disagi logistici per i passeggeri in transito, per i turisti e per i pendolari che si muovono quotidianamente per ragioni di lavoro o di studio”.
Raciti e D’Alia chiedono dunque al ministro Lupi “quali investimenti si intende effettuare per potenziare il servizio di traghettamento veloce Reggio Calabria-Messina e Messina-Villa San Giovanni a carico del Gruppo Fs Italiane, senza sopprimere le summenzionate corse diurne a lunga percorrenza”; ”quali interventi infrastrutturali saranno effettuati negli scali interessati per agevolare il passaggio treno/nave con supporto alla mobilità dei passeggeri”; ”quali garanzie occupazionali questo piano di investimento fornisce ai 62 lavoratori del Gruppo FS Italiane impiegati nel suddetto servizio, ai precari trimestrali ed ai lavoratori dell’indotto”.