Ventitré le criticità che il ministero aveva riscontrato nell’atto finanziario prodotto dal Comune di Messina e in merito a cui palazzo Zanca avrebbe dovuto fornire una risposta entro la fine dello scorso mese. Appurato (ci sono volute un paio di sedute di commissione) che non si trattasse di un termine perentorio, però, si è scelto di procedere seguendo un iter ordinario per incanalare i lavori d’aula, senza prevedere a priori un carattere d’urgenza per la trattazione della delibera che, oggi, si vocifera, potrebbe essere ridotta a mera carta straccia. A quanto pare, il piano di riequilibrio passato per mano del consesso cinque mesi fa e in seguito ritenuto carente dai revisori dei conti, per via di alcuni punti che andavano rivisti, potrebbe dover essere cestinato e rimodulato ex novo: questa, quantomeno, la posizione espressa dai funzionari che ritengono vada rivisto in toto il documento, al fine di trovare una quadra sui conti.
Dai corridoi dell’ala di palazzo di pertinenza della Giunta, però, la verità ha un altro sapore: sarebbero soltanto due, infatti gli elementi che l’Amministrazione ritiene andranno ridefiniti nell’atto, uno relativo alla situazione di Messinambiente, l’altro inerente ai debiti fuori bilancio. Elementi importanti la cui modifica, inevitabilmente, cambierebbe il volto del documento ma a fronte di questa visione delle cose non si potrebbe parlare di una vera e propria ristrutturazione dell’atto partendo da una tabula rasa.
Come Messina Ora aveva riportato qualche giorno fa, i nodi da sbrogliare sono stati numerosi e le richieste di chiarimento provenienti da più parti: dai debiti fuori bilancio al costo del personale, fino al tentativo di comprendere quale personale -ovvero se quello delle partecipate andasse compreso o meno. Nell’attesa di capire quale sia l’effettivo stato dell’arte delle cose, per domani è prevista una capigruppo proprio per discutere la situazione, critica e tremendamente preoccupante: una situazione da cui, da troppo tempo, non pare si riesca a trovare via d’uscita. Intanto la città langue e il futuro appare incerto come e più di due anni fa. (@eleonoraurzi)