Mentre il Ministero agisce per assicurare la continuità territoriale attraverso il servizio Metromare, pubblicando il bando di gara per l’affidamento del servizio, Rfi lascia solo un traghetto per l’attraversamento dello Stretto.
L’incubo è divenuto realtà a conclusione dell’incontro, a Roma, tra i rappresentanti di RFI e le segreterie delle federazioni nazionali dei trasporti.
Il responsabile della holding del gruppo FS ha presentato, infatti, il progetto che prevede dal prossimo mese di giugno la dismissione di una nave e l’operatività di un solo mezzo nell’arco delle 24 ore con la conseguente necessità di effettuare il trasbordo dei passeggeri dei treni intercity che collegano la Sicilia a Roma e Milano.
L’azienda ha motivato la scelta a causa della riduzione dei finanziamenti per il traffico universale passeggeri e merci e per il traghettamento.
Una sola nave in servizio, dunque, con conseguenze occupazionali gravi come denunciato dai sindacati dei marittimi che quantificano un esubero di oltre 100 unità, 42 dei quali precari trimestrali.
“Siamo fortemente preoccupati per il silenzio della politica e per alcune dichiarazioni che vogliono far passare tutto ciò come un ammodernamento e miglioramento della qualità del servizio ferroviario – affermano la segretaria della Fit Cisl Messina, Manuela Mistretta, e il segretario dei ferroviari, Santino Monforte – convinti che una tale decisione rappresenta, invece, un colpo mortale alle possibilità di sviluppo di una intera isola”.
La Fit Cisl nazionale ha immediatamente richiesto un incontro congiunto con l’altro attore della vicenda, Trenitalia, affinché si affronti il problema nella sua globalità. “Stanchi di proclami sull’aumento della frequenza dei treni – concludono Mistretta e Monforte – auspichiamo una forte reazione di tutte le parti sociali in campo, poiché non possiamo restare inerti di fronte all’ennesimo smacco per i siciliani”.
“Con le ricadute sulla manovra, manutenzione e personale mobile di ferrovie, aggiunte al personale dell’indotto, la perdita di posti di lavoro si attesta intorno alle 700 unità – dichiara Mariano Massaro di Orsa – Per precari e indotto l’azienda non ha alcun obbligo di ricollocazione mentre per i ferrovieri in esubero c’è in programma la collocazione in altre attività, fra le quali l’assistenza ai passeggeri del treno che dalla Stazione Centrale dovranno raggiungere i mezzi veloci per attraversare lo Stretto, servizio questo che l’Assessorato Regionale aveva pensato di far svolgere agli ex Ferrotel, ma adesso saranno fuori dai giochi anche questi lavoratori rimasti senza alcuna forma di reddito”.