Sequestrati oltre 600 chili di pesce tra il porto di Messina, la rada San Francesco e le barriere autostradali di Tremestieri, Villafranca Tirrena e Giardini/Taormina, nell’ambito dell’operazione nazionale Labyrinth, condotta dal Comando generale delle Capitanerie di Porto. E’ stata l’Autorità Marittima dello Stretto di Messina, nello specifico, a eseguire un’intensa attività di vigilanza e controllo in materia di pesca, mirata all’intera filiera commerciale dei prodotti ittici, nei mesi di dicembre e gennaio.
L’operazione si è distinta in tre diverse fasi, al fine di abbracciare i periodi ritenuti maggiormente “a rischio”, ponendosi come obiettivi la tutela del consumatore e delle specie ittiche in sofferenza nel rispetto delle vigenti disposizioni sugli scambi nazionali e internazionali. Controlli ai mezzi di trasporto sono stati seguiti da pattuglie dislocate agli imbarcaderi (rada San Francesco e Porto di Messina) e alle barriere autostradali (Tremestieri, Villafranca, Giardini/Taormina). Altrettanto si è fatto nei punti vendita, pescherie e supermercati. Altra tappa è stata quella consistente nella prevenzione e repressione dell’ambulantato.
Questi i risultati prodotti: 87 controlli; 21 sanzioni amministrative per un importo complessivo pari ad 18.782 euro; 6 sanzioni penali; 12 sequestri penali/amministrativi per un totale di 639 chili di pesce e 12 attrezzi da pesca non consentiti.
Nelle operazioni della Guardia costiera, coinvolti pure il Corpo forestale dello Stato (sezione di polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Messina), la Polizia stradale e l’Asp (ufficio Veterinario).