“Crediamo nei valori del Pd ma non ci riconosciamo in questo Pd, in quello che il Pd di Messina è diventato, smarrendo ogni senso d’identità ed ogni volontà di percorso comune”. Con questa motivazione, i consiglieri comunali Santi Daniele Zuccarello e Donatella Sindoni e il consigliere della quinta Circoscrizione, Marcello Cannistraci, lasciano il partito. Ma solo quello messinese. Dando vita a un autonomo movimento, orientato sempre al centrosinistra: Ribaltiamo Messina. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, “la conferenza stampa del 17 gennaio scorso, durante la quale gli esponenti dell’area Dem, insieme al candidato sindaco del 2013, Felice Calabrò, si sono arrogati il diritto di annunciare la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Accorinti a nome di tutti e 13 i consiglieri”.
“Non è questo il Pd che vogliamo – tuonano – in questo Pd non ci identifichiamo. Non è consentito, né consentibile che una sola corrente si permetta di parlare a nome di tutti i consiglieri senza prima avviare alcun confronto. L’area Dem non soltanto ha deliberatamente ignorato l’unica sede deputata al confronto e cioè il coordinamento cittadino, ma ha pubblicamente delegittimato il segretario provinciale del Pd, Basilio Ridolfo, che proprio quell’area, in base ad accordi presi tra pochi intimi, ha congelato e ricongelato a piacimento”.
Zuccarello, che milita nel gruppo dei Progressisti democratici, Sindoni e Cannistraci reputano “inopportuno che gli stessi consiglieri che in questi 18 mesi di amministrazione Accorinti hanno spesso fatto da stampella alla giunta e da maggioranza silente all’occorrenza, adesso se ne scordino”. “Non vorremmo – dicono – che le due sentenze del Cga che hanno rigettato i ricorsi alle elezioni abbiano influito in questa direzione. Vogliamo inoltre ricordare a chi ha parlato a nome di 13 colleghi che mai in questi mesi il partito si è presentato unito. Se è vero che un’amministrazione deve essere giudicata sui fatti è altrettanto vero che l’opposizione, per essere credibile, deve essere propositiva, non può essere tale solo a corrente alternata, valida per le frasi di rito e poi accantonata quando ci sono piccoli interessi personali da difendere”.
I tre non riescono a riconoscersi “in un Pd che in Consiglio comunale ha fatto la guerra all’isola pedonale, ai provvedimenti anti-tir, alle unioni civili”. “Ma – domandano retoricamente – non dovrebbero essere queste le nostre battaglie? Quelle di un Pd progressista, attento alla qualità della vita, che non antepone le leggi del mercato ai diritti dei cittadini? Dov’era questo Pd quando solo i sottoscritti hanno denunciato le degenerazioni del sistema delle cooperative, la finta rivoluzione dei servizi sociali di questa giunta? Dov’era quando, nel silenzio degli altri colleghi denunciavamo gli sprechi all’Atm, Messinambiente, Ato 3? Dopo due anni di letargo si scopre opposizione e annuncia la sfiducia per antipatia? Quanti di questi solerti colleghi erano in Aula a difendere i valori nei quali crediamo o nell’affrontare le battaglie che riguardano la nostra città? Come si può parlare di sfiducia se in Consiglio comunale per troppi l’assenteismo è una regola e spesso anche una decisione strumentale e studiata?”.
Un partito rimasto congelato agli avvenimenti dell’estate del 2013, la sconfitta elettorale e l’inchiesta sui Corsi d’oro. Così vedono il Pd Messinese:”C’è una città che sta morendo, centinaia di saracinesche si sono abbassate, decine di imprenditori costretti a lottare contro una burocrazia che li sta uccidendo, canoni per l’occupazione suolo uguali a quelli di Roma e Milano e il Pd che fa? Va in letargo per due anni. Non ne parla in Consiglio, perché deve bloccare qualsiasi proposta che venga dalle pecore nere. Chi se ne frega se chiudono i negozi, basta che le proposte di Zuccarello o Sindoni non arrivino in Aula. Siamo stanchi di questi giochi. E’ questo il Pd che volete? Quello delle cooperative, dei veti incrociati, dell’immobilismo? E’ un partito rimasto congelato agli avvenimenti dell’estate del 2013, la sconfitta elettorale e l’inchiesta sui Corsi d’oro. Da allora abbiamo assistito alla farsa del commissariamento, a quella dei congelamenti e adesso a questa di un Coordinamento voluto solo per fare da copertura alle strategie di pochi. Per quanto tempo ancora volete legare il nostro destino alle sorti di quell’estate 2013?”.
Sul tavolo pure il “totale scollamento tra la deputazione e noi che operiamo a Messina. Non una sola volta – rimarcano – i deputati regionali ci hanno incontrato per un confronto. Non una sola volta abbiamo visto un parlamentare nazionale che sia venuto a dirci, buongiorno, ci sono battaglie che vogliamo portare avanti a Roma? Per Metromare dal ministro Lupi, per l’ospedale Piemonte dal ministro Lorenzin, nella vicenda dell’Autorità portuale, della continuità territoriale, non si è visto un solo nostro rappresentante”.
Per queste ragioni annunciano di volere “intraprendere un percorso autonomo. Da oggi camminiamo da soli perché crediamo che sia possibile costruire un altro Pd”. “Siamo pronti a dialogare – spiegano – con chi come noi crede nei fatti e non nelle ripicche, a chi crede nei valori della sinistra e non nell’interesse di bottega. Vogliamo dialogare con quelle forze del centro-sinistra che sono rimaste fuori dal Consiglio comunale, ma non hanno perso le speranze nella politica di servizio e con quanti sono delusi dai partiti e hanno paura ad avvicinarsi ad un mondo che ormai per l’opinione pubblica ‘fa schifo’. Pensiamo ai delusi anche da quest’amministrazione che l’unica rivoluzione che ha fatto è stata quella del guardaroba, sostituendo le giacche con le magliette a maniche corte. Ci rivolgiamo a chi crede ancora che si possa fare politica con la forza delle idee, senza necessariamente avere in cambio un incarico, un affidamento diretto, un posto in una cooperativa. Siamo pronti a dialogare con quella parte del Pd che non cerca lo strapuntino o un posticino al sole sotto nuove bandiere, ma crede ancora in quei valori di solidarietà e servizio che la storia ci ha portato in dote. Vogliamo dialogare con tutte le forze del centro-sinistra che credono alla politica dei fatti, con i Democratici riformisti che si misurano sulle proposte e sulle cose concrete”.
“Chi vuole avvicinarsi sappia che non promettiamo niente ma proponiamo – concludono – non ci spaventa la solitudine e del resto finora siamo stati isolati in ogni battaglia, con i colleghi Pd che ci hanno fatto la guerra invece di chiedersi se ci poteva essere del buono nelle nostre proposte. Non ci spaventa continuare ad essere soli, ci spaventa vedere che c’è chi ritiene di pensare e decidere al posto nostro. Non siamo soldatini e nessuno potrà più d’ora in poi permettersi di dire ‘noi siamo il Pd’. Anche noi siamo il Pd. Un altro Pd, quello in cui, siamo certi, credono in tantissimi. Da oggi camminiamo da soli, con un movimento che presenteremo nelle prossime settimane: Ribaltiamo Messina. Quindi Ribaltiamo Messina, riibaltiamo il Pd, ribaltiamo questa politica nella quale non ci riconosciamo ma non per questo ci tiriamo indietro dalla sfida di credere che si possa costruire un diverso modo di stare insieme”.