Non esiste un termine perentorio per approvare la rimodulazione del piano di riequilibrio pluriennale del Comune di Messina. Lo ha comunicato, oggi, nel corso di una conferenza dei capigruppo abbastanza allargata, quasi un incontro informale, Guido Signorino. Le perplessità, da parte di molti esponenti dell’assemblea, comunque permangono. Anche in vista del fatto che l’aula, probabilmente il prossimo lunedì, sarà chiamata a pronunciarsi solo su 4 dei 23 rilievi formulati dal ministero dell’Interno. Gli altri saranno appannaggio, prima ancora che della Giunta, dei competenti dipartimenti. Come emerso sempre dal vertice odierno.
Le resistenze maggiori poste dai consiglieri attengono all’assenza, fino a questo momento, del parere dei revisori dei conti. Stamattina, è stata la capogruppo di Dr, Elvira Amata, a richiedere direttamente e formalmente al collegio, “nel solo interesse dell’organo consiliare, un parere dettagliato ed esaustivo sul piano di riequilibrio relativo alle 23 criticità proposte dal ministero degli Interni”. Ma i dubbi non si fermano qui. Se, per l’assessore al Bilancio, quella al varo del civico consesso è una mera rimodulazione, c’è chi sostiene, come nel caso di Daniela Faranda, che in ballo ci sia una nuova delibera. A partire dalla necessità, e questa sarà competenza dell’aula, di posticipare l’inizio del piano dal 2013 al 2014 e di prolungarne gli effetti fino al 2023.
Ma effetti modificativi potrebbero avere, a detta della consigliera del Nuovo centrodestra, anche i contratti di servizio con le partecipate e il passaggio di personale da Feluca ad Amam e Atm: “E’ un documento nuovo che deve tornare in aula – sostiene, ammettendo le proprie perplessità – e serve il parere dell’organo di revisione contabile”. Secondo il vicesindaco, invece, oltre alla posticipazione degli effetti del piano anti dissesto, il Consiglio dovrebbe pronunciarsi sulla misura aggiuntiva del ricorso al fondo di rotazione, per un importo di 72.600.000 euro disponibili all’indomani dell’approvazione. Sempre di competenza dei consiglieri, le modifiche derivanti dalle riduzioni dei trasferimenti all’Atm e dai dividendi dell’Amam.
I conferimenti all’Azienda Trasporti scenderebbero da 52 milioni a 42,5. Le risorse derivanti dai previsti dividendi dell’azienda acquedottistica passerebbero, invece, da 30,633.230 euro a 28.029.019,50. Il quarto intervento appannaggio dell’assemblea concerne la revisione dei debiti fuori bilancio, per un ammontare di 10.377.900,52, generato proprio dallo slittamento del termine iniziale al 2014.
Chi voterà in ogni caso “no”, sia che si parli di 4 che di tutti i rilievi, è Gino Sturniolo: “Inizialmente credevo nell’efficacia del piano. Poi, quando ho capito quanto fosse duro per i cittadini e insostenibile, sono uscito dal gruppo Cambiamo Messina dal Basso è ho votato contro (lo scorso 2 settembre, ndr). E così farò quando il documento tornerà in aula. Per questa Giunta il pagamento del debito è un’opportunità di ripresa economica ma io non sono d’accordo”.
Proprio in questa ore, Renato Accorinti avrebbe inviato alla presidente del Consiglio comunale, Emilia Barrile, una richiesta di convocazione urgente in merito al piano delle valorizzazioni e dismissioni allegato al documento principale. Per domani è, invece, atteso il parere dei revisori. I conti potrebbero chiudersi lunedì prossimo. E per Sturniolo l’esito è scontato: “E’ un gioco delle parti. Credo che la Corte dei conti e il ministero non abbiano interesse che un Comune così grande vada in dissesto. Così come non lo vuole in Consiglio che, alla fine, ha sempre approvato tutti i documenti finanziari”. (@FabioBonasera)