Renato Accorinti accerchiato da alcuni dei 32 vigili urbani concorsisti rimasti fuori, per volontà della commissione ministeriale per la stabilità finanziaria degli enti locali, dal piano di stabilizzazione dei precari del Comune di Messina. Lo hanno atteso all’uscita della sua segreteria, al termine della conferenza stampa di presentazione del nuovo assessore, Sebastiano Pino. Un’accoglienza civile, la loro, che ha tuttavia suscitato, nel sindaco, tristi ricordi. Come gli agguati davanti all’ospedale Piemonte o le incursioni nel Palazzo di lavoratori edili, sostenitori del Messina Calcio, venditori ambulanti e abusivi.
Un flash back che invece che indurlo a dare risposte concrete agli ex dipendenti – che in una nota, sempre di stamane, annunciano comunque la fine della protesta, ma anche il rammarico per essere rimasti inascoltati – lo ha fatto andare fuori tema: “Io e gli altri componenti della Giunta abbiamo subìto aggressioni fisiche, aggressioni dalle persone per cui stavamo lavorando. Poi, quando abbiamo trovato delle soluzioni, nessuno ha manifestato mediaticamente il proprio plauso”. Increduli i concorsisti che, tuttavia, obiettano: “Saremo i primi a batterti le mani, però in un anno e mezzo cosa avete fatto?”.
E ancora una volta, il sindaco, invece che pensare alla situazione di padri e madri di famiglia disperati, divaga: “State tranquilli, mettete in dubbio la nostra onestà intellettuale?”. “Altri lavorano – eccepiscono i vigili – noi no e siamo gli unici ad aver fatto un concorso negli ultimi 30 anni”. Ed è a questo punto che dalla bocca del sindaco esce una considerazione disarmante: “Ma al di là del lavoro, vi perdete l’opportunità di partecipare a questo grande cambiamento. Io penso all’intera città che sta cambiando…”.
Inevitabile la risposta di uno dei concorsisti: “E cosa do da mangiare a mia figlia, quando torno a casa?”. “Dateci la possibilità di lavorare – aggiungono tutti in coro – e vi aiuteremo a cambiare la città”. Gli ultimi spiccioli, come testimonia il video, Accorinti li spende per incensare il lavoro del segretario generale, Antonio Le Donne. Colui dal lavoro del quale, i 32, si aspettano il colpo di teatro che rimetta in sesto una situazione ormai insostenibile. Come quella, purtroppo, di tanti messinesi, siciliani, italiani, esseri umani. Persone che i grandi cambiamenti, a qualunque latitudine, non riescono a sfamare. (@FabioBonasera)
Foto di Lillo Lo Cascio