Un hub per voli charter che sia punto di riferimento nel mar Mediterraneo. L’aeroporto del Mela potrebbe essere questo e molto altro, secondo Beppe Picciolo, capogruppo del Pdr all’Assemblea regionale siciliana. A stimolarlo è l’interesse conclamato, da parte della multinazionale indiana Panchavaktra Group, di progettare, costruire e gestire, esclusivamente con fondi propri, nella piana di Milazzo, il primo aeroporto privato in Italia. Un’opera che potrebbe – perdonate il gioco di parole – decollare grazie all’integrazione con un’altra infrastruttura da più parti auspicata: la zona franca urbana di Giammoro.
“Sono visioni strettamente collegate – racconta – la zona franca urbana di Giammoro prevede il trasferimento del punto franco, ormai troppo piccolo, da Messina, al fine di emancipare il capoluogo dal traffico dei collegamenti ferroviari e, in parte, marittimi”. Un interporto davvero degno di questo nome, quello che potrebbe prendere corpo, in un’area di ben 200mila metri quadrati, dove l’intermodalità, oltre al mare, al gommato e alla ferrovia, potrebbe vantare anche i trasporti aerei. Proprio grazie al famigerato progetto dell’aeroporto del Mela dell’ingegnere Carmelo Di Bartola. Peraltro presente nel piano triennale delle opere pubbliche della Provincia/Libero consorzio di Messina.
Perché i sogni diventino realtà, è necessaria un’azione incisiva da parte degli amministratori locali: “Ho sempre seguito – confessa Picciolo – il progetto di Di Bartola che reca in sé proprio quell’intermodalità che ha attirato le lettere di interesse, finora inevase, degli investitori internazionali”. Un’occasione ghiotta “per realizzare di un check point, un hub per i charter, riferimento di tutto il Mediterraneo. E’ per questo che gli imprenditori indiani – spiega – vogliono investire 300 milioni di euro”.
“Oggi – prosegue il parlamentare dell’Ars – manca l’intesa a livello dei territori da me più volte sollecitati e direttamente coinvolti: Milazzo e Barcellona. Proprio per questa ragione, questo sarà un punto fondamentale nel programma del nostro candidato sindaco alle amministrative di Milazzo, Giovanni Formica”. L’importante, per Picciolo, è che non ne derivi l’ennesima incompiuta, “come a Comiso, dove i passeggeri vengono scambiati per merci”.
Il ruolo dei due centri più grandi del versante tirrenico messinese è strategico, secondo l’esponente del Pdr, partito che sostiene la maggioranza di Rosario Crocetta a Palermo: “Ci vuole una presa di coscienza piena sulle necessità dei cittadini e del territorio. Occorre aprire le porte al nuovo corso, consapevoli che la Regione sarà fortemente partecipe”, dice, convinto della disponibilità, in questo senso, delle isole Eolie, i cui abitanti sono obbligati ad autentiche odissee per poter viaggiare in aereo.
La realizzazione di un interporto a Giammoro, e quindi il trasferimento del punto franco di Messina, è anche un pallino di Vincenzo Garofalo, deputato nazionale del Ncd. Un motivo valido per stringere un patto d’acciaio purché “l’onorevole Garofalo – afferma Picciolo, con tono decisamente esortativo – non intenda svendere l’Autorità portuale. Sbaglia se crede che ci pieghiamo – insiste – alle logiche del ministro Maurizio Lupi. Noi siamo da sempre contrari all’accorpamento a Gioia Tauro, il cui porto è in mano alla società che gestisce tutto il sistema intermodale dei container. A Messina abbiamo ben altro livello di portualità, con la prospettiva di Giammoro. Catania e Augusta – per cambiare versante, pur rimanendo in tema – non avrebbero lo stesso interesse”.
Proprio Catania, anche tramite il lavoro certosino del sindaco Enzo Bianco, sta lavorando per potenziare l’offerta crocieristica: “E’ una manovra mirata a fregare Messina, poiché la scelta politica è già stata fatta”.
Un ottimo alleato, al fine di mantenere la leadership dell’Authority messinese, potrebbe essere il collega di palazzo dei Normanni, sempre sponda Ncd, Nino Germanà, da tempo insofferente all’accorpamento e a certe scelte di Lupi: “Non entro nel merito dei rapporti interni ad altri partiti – commenta Picciolo – è vero però che io e Germanà nutriamo una comune visione del territorio e la stessa idea di sviluppo. Speriamo riesca a trasmetterle a Lupi e Garofalo”.
“Il ministro – conclude – non guarda i numeri ma le alchimie geografiche. In merito alla Camera di commercio, alla Città Metropolitana, che io chiamo micropolitana, i numeri dicono certe cose. Ma sull’Autorità portuale, che gestisce uno dei primi dieci porti in Europa per i traffici commerciali, uno dei primi in Italia nel campo del crocierismo, non capisco quale possa essere la ratio dell’accorpamento a un’altra realtà”. (@FabioBonasera)