Sarà certamente un derby dal sapore particolare quello che andrà in scena domenica al San Filippo. L’attesa è trepidante, ma anche tangibile, in una città tappezzata dai tifosi con lo slogan #VincelaSud, nella speranza che l’impianto possa riempirsi in una festa di colori giallorossi a supporto di una squadra dall’andamento incerto, in piena zona play out e bisognosa di punti salvezza per tirarsi quanto prima possibile fuori dai bassifondi della classifica. Non sta certo meglio l’eterna rivale che si affaccia sullo stretto, quella Reggina da ormai diversi anni in caduta libera, ultima con quattro punti di penalizzazione a chiudere la classifica del girone C. Non sarà un derby di grandi nomi, non sarà il derby visto in altre categorie, ma il derby dello Stretto non è mai una partita come le altre e il fascino, si sa, è duro a morire.
Per capire come gli amaranto arriveranno alla sfida ormai vicina, abbiamo fatto una chiacchierata con Paolo Ficara, prestigiosa firma dello sport reggino e autore della rubrica “Quadrante Amaranto” per il quotidiano d’informazione locale Il Dispaccio. Tanti i temi trattati, a partire dal clima che accompagnerà i tifosi calabresi in trasferta al San Filippo: “Credo che almeno 400 tifosi, anche in virtù di tre risultati utili consecutivi, riempiranno il settore ospite. Mi aspetto però anche che alcuni tifosi amaranto possano sedersi in tribuna, certo l’assenza dei tre messinesi Rizzo, Maita e Dall’Oglio influisce sul carico delle famiglie interessate alla partita”. Il tifo organizzato reggino ha subito importanti tumulti interni, destinati però a passare in secondo piano in occasione di una partita così importante: “In questo momento c’è un ambiente molto particolare a Reggio. Proprio dopo la sconfitta nel derby dell’andata la tifoseria si è spaccata, alcuni ultras di vecchia data si sono spostati dalla curva alla gradinata ed è stato indetto uno sciopero durato a lungo e sospeso solo in occasione di Reggina-Paganese, dove comunque furono scarse le presenze. Il derby resta una sfida molto sentita, la tifoseria ci sarà, ma la squadra sarà composta da molti giovani, accompagnati da qualche elemento di esperienza che però non è al top della forma, vedi Aronica”. Impietoso il quadro tecnico del collega sullo stato di salute della squadra di Lillo Foti: “Se guardiamo gli organici di inizio stagione sicuramente la Reggina aveva qualcosa in più. Adesso si è privata di Di Michele, Rizzo, Maita e Dall’Oglio, e questo è un grosso indebolimento. Per Di Michele e Maita le colpe ricadono sulla società, mentre Rizzo e Dall’Oglio non hanno fatto la differenza. Dal mercato sono arrivati Cirillo, Belardi e Aronica, gente che va aspettata per ovvie ragioni. La reggina arriva a questo derby con una situazione tecnica preoccupante, credo che qualche diciassettenne sarà addirittura titolare, dunque ci affidiamo all’incoscienza di questi giovani ragazzi. La proprietà giallorossa dal canto suo si aspettava forse qualcosa di diverso in termini di ritorno di pubblico, ma non è il caso della Reggina dal momento in cui abbiamo 2000 abbonati nonostante siamo ultimi”. A proposito di mercato, entrambe le squadre stentano in entrata e affrontano una partita così delicata in piena emergenza d’organico; probabilmente la scelta è quella di aspettare gli ultimi giorni del mese per fiutare gli affari dell’ultim’ora, una strategia che secondo Ficara danneggerà la Reggina: “Non so se la scelta sia quella di aspettare la fine del calciomercato, noi di sicuro aspettiamo la fine di questa società. Se è questa la strategia, è evidente che chi è ultimo in classifica non può essere favorito nella corsa ai nomi importanti. La reggina poi fatica, perchè non ha più i mezzi per portare i calciatori in squadra e non solo per la classifica, ma anche per la penalizzazione dovuta al mancato pagamento degli stipendi nella passata stagione. L’unica possibilità è che le altre società paghino gli stipendi ai calciatori in prestito. Poi i nervi qui continuano a saltare e il chiacchiericcio in questo mondo influisce parecchio tra i calciatori, influenzandone le scelte. Difficile trovare altri come Cirillo, Aronica e Belardi, gente che ha fatto una scelta di cuore per aiutare una squadra che in passato ha permesso loro di emergere. Di certo la Reggina giocherà il derby coi ragazzini”.
In bilico poi il futuro di una società piegata da una pesante situazione debitoria che ha spinto il presidente Lillo Foti a proporre l’azionariato popolare e cercare nuovi investitori per garantirne la sopravvivenza; al momento tante parole e pochi fatti: “Foti ha avviato un azionato popolare senza però spiegarne le modalità. E’ chiaro che c’è un forte debito che è stato rateizzato tramite un accordo col tribunale e l’agenzia delle entrate. La prima scadenza, relativa al 31 dicemrbe, è stata rispettata, l’altra ha come termine ultimo Aprile. Ci sono troppe chiacchiere: ingressi di nuovi soci in società dall’America o dall’Australia, si parla anche di uno stadio nuovo, cosa che suscita molta ilarità in città, ma non si fanno mai nomi e cognomi e intanto si chiedono soldi alla gente”. Il prossimo mese poi sarà decisivo per capire di più circa i punti di penalizzazione inflitti dalla FIGC alla squadra che pesano come un macigno sul destino di questa stagione: “Molto dipende dal ricorso sull’attuale -4,se la Reggina riuscisse a ridurre o cancellare l’attuale handicap varrebbe il discorso della recidiva. Ci sono deferimenti, mossi in seguito a contestazioni della Covisoc, relativi alla scorsa stagione. E’ un paradosso del calcio italiano…l’unica contestazione relativa alla stagione in corso è legata al pagamento della fideiussione avvenuto dopo il termine di scadenza, ovvero il 30 giungo. In questo senso sapremo qualcosa a febbraio, quando ci sarà il giudizio di secondo grado sugli attuali punti di penalizzazione, mentre sul punto di handicap per la fideiussione la società potrebbe cavarsela con qualche magheggio burocratico”.
Quale il destino della Reggina in caso di mancata permanenza in Lega Pro? Non c’è dubbio che la salvezza costituisca l’unica speranza di sopravvivenza per il calcio a Reggio Calabria: “Ci ponevamo la stessa domanda quando la scorsa stagione navigavamo nei bassifondi della serie B. Purtroppo ci è toccata un’estate tribolata, con una preparazione iniziata in ritardo a causa del ritardo sull’iscrizione. Io credo che l’azionariato popolare non risolva nulla sulla pesante situazione debitoria della squadra, nè il nuovo stadio può rappresentare la soluzione, anche in caso di retrocessione. Il futuro della Reggina passa dalla salvezza e se questa non dovesse arrivare sarebbe la fine del calcio professionistico in città. Purtoppo,da parte del presidente Foti, non c’è una presa di coscienza di tutta quella serie di errori commessi che hanno portato la Reggina dalla Serie A alla C nel giro di cinque anni e senza questa presa di coscienza non può esserci il cambiamento che serve. Le chiacchiere lasciano il tempo che trovano”.