Al Comune il tavolo permanente contro l’omotransfobia, tutti assenti ingiustificati

All’incontro erano stati invitati la presidente del Consiglio comunale, Emilia Barrile, con i capigruppo consiliari, il dirigente alle pari opportunità e il Comitato Unico di Garanzia del Comune, le Circoscrizioni, l’Università, le associazioni LGBT del territorio e i sindacati. Ma il tavolo permanente contro l’omotransfobia, promosso dall’amministrazione  e, soprattutto, dall’Arcigay, è stato avviato senza il contributo di chi rappresenta la società civile, ad eccezione del consigliere Mucciardi in rappresentanza della V Circoscrizione e di Lucy Fenech, capogruppo di Cmdb.

Una circostanza sottolineata sia dal Sindaco Accorinti che dall’assessore Patrizia Panarello, che in una intervista a termine dell’incontro ha dichiarato : “spiace un pò di non aver avuto la possibilità di interloquire su una tematica così importante, anche perchè poi è facile uscire sulla stampa dicendo “tante belle parole”, bisogna poi invece concretamente lavorare. Noi siamo qui per lavorare, e ci aspettiamo  che alla prossima convocazione sia più attenzione “.

Sul tavolo diversi gli obiettivi, che seguendo una calendarizzazione annuale, verranno perseguiti. Partendo anche dal lavoro fatto in precedenza sia dalla giunta Buzzanca, che nel 2012 ha approvato un atto di indirizzo sul contrasto di ogni forma di discriminazione sessuale, sia dall’allora assessore Cocchiara che nel 2006, durante l’amministrazione Genovese, ha deliberato l’adesione del Comune alla rete RE.A.DY. assieme ad altri sessanta comuni in Italia, per promuove politiche per favorire l’inclusione sociale delle persone omosessuali e transessuali, sviluppando buone prassi e promuovendo atti e provvedimenti amministrativi che tutelano dalle discriminazioni.

Tra le iniziative in programma, un maggiore coinvolgimento delle scuole cittadine, dove resta ancora alto il muro di impenetrabilità delle informazioni che riguardano la sessualità, tanto che in questi ultimi due anni nessun progetto dei dieci proposti dall’amministrazione per conto di realtà associative come Arcigay è stato scelto dagli istituiti per avviare degli incontri.

“Sappiamo che il Comune non ha fondi – ribadisce Rosario Duca, presidente provinciale di Arcigay – ma dovremo essere capaci di attingere a risorse che spesso vengono inutilizzate per incapacità di progettare e che sono disponibili attraverso, per esempio,  l’Unar, l’ufficio nazionale anti discriminazioni razziali. Nel frattempo continueremo a monitorare e denunciare, anche con il prezioso contributo dell’avvocato La Rosa, i molti casi di attacchi omofobici registrati soprattutto sui social, e in questo diciamo grazie anche all’attenzione e la sensibilità della polizia postale che ci affianca”.

Un capitolo a parte merita il registro delle unioni civili, il cui iter per l’approvazione verrà riavviato dopo l’empasse che lo ha bloccato in consiglio comunale.

“La delibera presentava soltanto un errore formale – chiarisce l’assessore Panarello – quindi si tratta di un ritiro dell’atto che dal punto di vista formale aveva un refuso, che adesso si sta correggendo per ripresentarla in Aula una volta espletate tutte le procedure, ovvero una nuova pubblicazione nell’albo pretorio, l’invio della delibera alle circoscrizioni per il parere, e la discussione in commissione”.

Anche di questo si approfondirà nel corso del dibattito organizzato da Messinaora dopo la proiezione del documentario “Lei dsse si” il prossimo 25 gennaio alla Multisala Iris. (@Pal.Ma)

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