Nessun accordo politico, né l’intenzione di entrare nella Giunta di Renato Accorinti. Parte dei sedici consiglieri comunali che la notte di San Silvestro hanno approvato in zona Cesarini il bilancio di previsione del Comune di Messina, questa mattina in conferenza stampa, a palazzo Zanca, ha negato qualunque scopo che non sia quello di “evitare la gestione provvisoria, la paralisi dei servizi e l’ingenerarsi di nuovi debiti fuori bilancio”.
“Non c’è nessun accordo con l’Amministrazione per un appoggio politico”, tuona il capogruppo dell’Udc, Mario Rizzo. “Nessuno di noi si dimetterebbe mai per entrare nell’esecutivo”, aggiunge, rispondendo a chi ipotizza un’eventuale grande coalizione. Soprattutto alla luce del fatto che è evidente sin dal primo giorno come il sindaco non abbia nemmeno lontanamente una maggioranza in aula. Qualunque ipotesi di questo genere, secondo Piero Adamo, di SìAmo Messina, è stata definitivamente spazzata via con il boicottaggio di Elio Conti Nibali da parte di Cambiamo Messina dal Basso: “Questa è un’Amministrazione facente totalmente riferimento alla sinistra radicale”.
E allora perché votare un bilancio presentato in assemblea 58 minuti prima della mezzanotte del 31 dicembre? Per evitare di andare tutti a casa, come sostengono i maligni? “Un ‘no’ al preventivo – fuga ogni sospetto l’ex presidente della commissione bilancio ed esponente dell’Udc, Franco Mondello – avrebbe automaticamente causato la nomina di un commissario ad acta che ci avrebbe dato 30 giorni di tempo per provvedere all’approvazione. Saremmo rimasti al nostro posto ma con tutte le controindicazioni di una gestione provvisoria. Ogni spesa – afferma in sintonia con Fabrizio Sottile, capogruppo di SìAmo Messina – avrebbe generato un nuovo debito fuori bilancio. Inoltre, votando contro, avremmo compromesso il piano di riequilibrio”.
“Nel bilancio – fa presente la capogruppo dei Dr, Elvira Amata – abbiamo intravisto carenze politiche, ma non tecniche”. A dare ampie garanzie sull’idoneità del documento contabile, il parere dei revisori dei conti che hanno sanato ogni irregolarità attraverso un proprio emendamento.
E’ Mondello, che certifica come non sia mai accaduto nella storia di palazzo Zanca che un bilancio di previsione venisse presentato l’ultimo giorno dell’anno, a confermare l’intervento provvidenziale del collegio, una volta appurato che “non avremmo potuto procedere a nessun atto di programmazione. Da tempo in questo palazzo – accusa – assistiamo a una sospensione della democrazia riguardo agli strumenti finanziari. Presentandoli sempre, strategicamente, fuori dai termini, ci viene impedito di vigilare e programmare. Questo Consiglio si è voluto caricare della responsabilità di portare avanti l’attività in materia ordinaria, impedendo il taglio dei servizi essenziali. Da parte della Giunta, nessuna sensibilità nei confronti delle richieste dei cittadini. Nessuna rivoluzione, si va verso il peggio”.
Il visto del collegio dei revisori dei conti è una garanzia di qualità per tutti coloro che hanno detto “sì”. “Il lavoro fatto – assicura Mariella Perrone (Udc) – mi dà grande serenità, a differenza di quanto accaduto nel 2013″. “Si tratta di un atto tecnicamente super perfetto”, sottolinea il capogruppo di Forza Italia, Giuseppe Trischitta. Che non risparmia critiche: “Non accetto che chi ha fatto eleggere Accorinti – dice con riferimento a Gino Sturniolo e Nina Lo Presti – contesti l’atto solo per fare politica. O che Santi Zuccarello e Antonella Russo non abbiano detto nulla per paura o per ottenere visibilità”.
“Alla gente comune, i tecnicismi non possiamo spiegarli – riprende Adamo – ma dobbiamo rendere conto se a partire dal primo gennaio i servizi non funzionano. Ci siamo assunti una responsabilità, confortati dal parere tecnico dei revisori. E’ vero che quel che abbiamo approvato è in realtà un consuntivo ma un Comune deve ispirarsi a un’etica pubblica, senza pensare a ciò che è meglio, come farebbe un privato. L’ente va salvato. E’ il nostro ruolo. E va capito come certi debiti si siano formati. Abbiamo chiesto al sindaco di tirare fuori le carte e agire contro gli artefici di questo stato di cose. Ma, a oggi, non noto alcuna operazione trasparenza, sebbene fosse il primo atto che ci si aspettava. Al contrario, è stato smontato il collegio di difesa, scegliendo di assegnare incarichi ad personam. Mentre sarebbe stato necessario un pool che stanasse i responsabili”.
“Abbiamo votato per evitare ricadute negative sulla gente ma ci siamo resi conto da subito che non è questa l’Amministrazione giusta per questa città – conclude Carlo Abbate (Dr) – più che altro è un avatar di ciò che dovrebbe essere”. (@FabioBonasera)