Sbarco Santo Stefano, penitenziario minorile per due sospetti scafisti. In carcere il timoniere

La nave Etna

Uno in carcere, altri due nell’istituto penitenziario minorile  di Acireale. E’ questa la sorte toccata per il momento a coloro che sono sospettati di essere gli scafisti dei circa 900 migranti sbarcati a Messina, sulla nave Etna, nel giorno di Santo Stefano. I tre sono stati arrestati a poche ore dall’approdo della nave militare.

Job Musa, del Gambia, sarebbe stato individuato come colui che guidava il barcone, da un passeggero della nave e da un militare dell’imbarcazione Etna che ha prestato i soccorsi. Quest’ultimo, al momento del salvataggio gli avrebbe intimato di spegnere il motore e salire a bordo. L’udienza di convalida si è svolta in carcere lo scorso 29 dicembre. Il Gip ha convalidato il fermo e applicato la misura della custodia cautelare in carcere. Il legale d’ufficio, l’avvocato Salvatore Martorana, presenterà richiesta di riesame al Tribunale della Libertà.

Dibba Lamin e Bah Alieu, i due minorenni, anch’essi del Gambia, sarebbero stati individuati da un passeggero come coloro che distribuivano i viveri sul barcone. Inoltre, sarebbero stati sempre riconosciuti dai militari della nave Etna, in quanto trovati anch’essi vicino al motore al momento del salvataggio. L’udienza di convalida si è svolta per loro, sempre il 29 dicembre, al Tribunale per i Minorenni, dove hanno anche trascorso la notte in camera di sicurezza in attesa dell’udienza, in quanto sottoposti a fermo. Il Gip ha convalidato per loro il fermo e ha applicato la misura della custodia cautelare nell’Ipm – istituto penitenziario minorile – di Acireale. Il legale d’ufficio, l’avvocato Rosa Guglielmo, presenterà a breve richiesta di riesame al Tribunale per i Minorenni.

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