Beppe Fiorello è Modugno al Teatro Vittorio Emanuele dal 7 gennaio

Sarà Giuseppe Fiorello ad inaugurare il nuovo anno della Stagione di Prosa del teatro Vittorio Emanuele. Da mercoledì 7, alle 21, con repliche sino a domenica 11 gennaio (da mercoledì a sabato, spettacolo ore 21, domenica ore 17,30), in scena “Penso che un sogno così…”, di Giuseppe Fiorello e Vittorio Moroni, musicisti Daniele Bonaviri e Fabrizio Palma, regia Giampiero Solari, una produzione Nuovo Teatro e Ibla Film.

Concepito come «(…) un semplice omaggio personale e affettuoso – scrive Giuseppe Fiorello – ad un ragazzo del Sud che come me ha inseguito sogni e passioni, il cinema e la musica”, “Penso che un sogno così”… uno show di parole, canzoni e naturalmente di musica dal vivo,  non sarà soltanto un viaggio nella vita di Domenico Modugno, ma anche l’occasione per raccontare fatti, storie e personaggi di un tempo passato felice».

Attore versatile, di elegante e intensa espressività, Giuseppe Fiorello giunge al teatro forte di impeccabili prove cinematografiche e televisive, che lo hanno visto collaborare con registi di primo livello: da Giuseppe Tornatore per Baarìa a Roberta Torre per Baci mai dati, dal Ferzan Ozpetek di “Magnifica presenza” a Vittorio Moroni in “Se chiudo gli occhi non sono più qui”. E proprio Vittorio Moroni sarà al fianco di Giuseppe Fiorello nella nuova avventura teatrale di cui firmano “a quattro mani” il testo: «Quando Giuseppe mi ha chiamato per chiedermi se mi andava di avventurarmi con lui in questo progetto, ho pensato che sì, ne avevo proprio voglia, per due ragioni» ha dichiarato l’autore. «La prima è che avevo appena terminato le riprese di “Se chiudo gli occhi non sono più qui”, il mio film dove ho avuto il privilegio di dirigere Giuseppe e la conferma di quale attore eclettico e capace lui sia. La seconda è che, sentendolo parlare di Modugno, durante le riprese, ho avuto la sensazione che avesse incontrato “Il Suo personaggio”, una sorta di alter ego con cui fare i conti, misurarsi, da cui attingere energia, slancio, con cui scambiare bellezza e ispirazione. Come se, nonostante la distanza temporale, fosse nato tra Beppe e Mimmo un fraterno sotterraneo dialogo».

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it