Ad appena un mese e mezzo dall’ultimo blitz dei due parlamentari del M5S Francesco d’Uva e Valentina Zafarana, deputati alla Camera e all’Ars, spunta un finanziamento di tre milioni per la ristrutturazione dell’ex caserma Gasparro di Bisconte, finalizzato alla creazione di un Cara proprio nella città dello Stretto. “Malgrado gli scandali dell’inchiesta Mafia Capitale abbiano messo in evidenza come certe modalità di accoglienza siano a rischio d’infiltrazioni criminali – affermano i due parlamentari messinesi – pare non vi sia da parte del ministero dell’Interno alcuna volontà di correggere il tiro in funzione di soluzioni diverse per l’accoglienza dei migranti”. Come ribadito dagli operatori del settore e dalle associazioni che da sempre sono a fianco dei richiedenti asilo, come il circolo Arci Thomas Sankara e la Rete Antirazzista di Messina, una terza via virtuosa rispetto alla “militarizzazione” esiste, secondo D’Uva e Zafarana, “ed è quella dello Sprar che prevede un’accoglienza diffusa e gestita con un coinvolgimento diretto degli enti locali e dello stesso associazionismo territoriale. Cara, Cie ed affini altro non sono che “mostri” pensati per un elevato numero di migranti, atti ad alimentare un vero e proprio mercato oligopolistico di enti gestori attrezzati per fronteggiare un volume di affari cospicuo e blandito con più o meno successo dal malaffare”.
“L’accoglienza – afferma D’Uva – non può essere ridotta a business con corredo di strumentalizzazioni filo-razziste. La visita all’ala agibile dell’ex caserma Gasparro, infatti, ha evidenziato come pur in assenza di carenze strutturali di rilievo, gli spazi della stessa fossero tutt’altro che adatti ad una permanenza di medio-lungo periodo dignitosa. Non vi è dubbio che sia necessario un ripensamento complessivo che passi attraverso la creazione di un “diritto di asilo europeo” atto a coinvolgere tutti i paesi dell’Unione nella gestione dell’emergenza dei richiedenti asilo”.
“La vicenda del Cara di Mineo ci dovrebbe mettere in guardia – prosegue Zafarana – rispetto all’opportunità di allocare questi centri militarizzati di accoglienza nelle zone economicamente depresse come purtroppo gran parte del territorio siciliano. L’esasperazione degli ospiti, comunque privati almeno in parte della propria libertà, costituisce una miccia per l’innescarsi di tensioni sociali, nonché per l’inasprirsi di fin troppo prevedibili conati di neorazzismo da crisi economica”.
“Ci auguriamo – concludono – che assieme all’associazionismo virtuoso del nostro territorio, da sempre in prima linea per la difesa dei diritti dei migranti, le altre forze politiche e la stessa amministrazione comunale prendano una posizione netta di opposizione a questo progetto tutt’altro che virtuoso che ancora una volta lascia inascoltati gli appelli dei volontari, degli operatori, di coloro che si trovano giornalmente impiegati nella ‘cura’ dei richiedenti asilo, in favore di approcci gravidi di potenziale malaffare, odio e tensioni sociali”.