Ex scuola Foscolo occupata, gli attivisti del Pinelli ripartono da qui

L’esperienza del Teatro Pinelli occupato riparte da via Palermo, dalla ex scuola Ugo Foscolo da oggi occupata per essere riaperta alla fruizione cittadina. Un’azione prima di tutto politica, per rispondere alla paralisi che lentamente è andata demotivando molti degli elettori di una Giunta che anche secondo i “pinelliani” “ non ricalca per nulla la grinta della campagna elettorale”.

“In continuità  con la nostra storia  abbiamo deciso di restituire l’ennesimo spazio negato alla città – si legge in un comunicato diffuso alla stampa –  siamo entrati alla scuola “Foscolo” a quasi un anno dallo sgombero della ex casa del portuale per continuare il percorso intrapreso con l’occupazione del teatro in Fiera del 15/12/2012.
La legittimità di questo gesto si può individuare in due ragioni essenziali: in primo luogo, nonostante il mutamento amministrativo della città che ha fatto del “bene comune” il proprio unico faro, i rapporti sociali rimangono ancora caratterizzati da profonda ingiustizia. Nessun leader spirituale e politico, nessun manager superesperto, potrà, da solo, cambiare a fondo questa città. Al netto di tutte le critiche nei confronti dell’attuale giunta, che non ricalca per nulla la grinta della campagna elettorale, la città sembra essersi paralizzata. Il rifiorire di iniziative ha fatto posto alla piattezza di un misero consumo del quotidiano; la povertà dilagante ci mostra che anche quando il potere si fa “buono”, esso produce ingiustizie. Nel tempo della crisi non crediamo che l’austerità possa essere la risposta, crediamo invece che la crisi si combatta riappropriandosi degli spazi e di tutto ciò che ci spetta (casa, reddito, trasporti, sanità…).  Riattivando la pratica dell’autogestione, da oggi intendiamo riannodare i fili di tutte quelle lotte sociali e territoriali che in questi anni abbiamo sostenuto ed alimentato.
La seconda ragione per cui si riapre alla città uno spazio è che, va salvato quel patrimonio di esperienze, valori e pratiche che hanno caratterizzato il percorso del Teatro Pinelli: le occupazioni del Teatro in Fiera, della Casa del Portuale, e le numerose iniziative di riscoperta dei luoghi della città, le cosiddette “Z(one)T(emporaneamente)L(iberate). Esperienze da cui ereditiamo non solo pratiche politiche e di aggregazione, ma anche un consistente patrimonio materiale: migliaia di libri e dispositivi hardware (PC, monitor, stampanti, ecc.) con il recupero dei quali saranno lanciati i primi due progetti all’interno della scuola: la biblioteca di quartiere con sala da the e la sala multimediale e video.
Il terzo progetto che si attiverà è quello della palestra popolare autogestita. Riteniamo infatti fondamentale che in un quartiere come quello di Giostra (il quartiere più popoloso dell’intera città) ci sia per tutti la possibilità di accesso libero e popolare non solo ai saperi ma anche ad attività sportive che siano fonte di  aggregazione sana.
Vi è inoltre l’intenzione di realizzare numerosi laboratori di autoformazione ed autoproduzione. Non si rinuncerà a una programmazione di eventi, di cui molti verranno dedicati ai bambini. Il resto verrà costruito strada facendo con il contributo di tutte le persone in carne ed ossa che hanno progetti da realizzare, ma carenza di spazi in cui poter sperimentare.
Il progetto culturale è quello di trasformare la percezione collettiva dischiudendo la possibilità, nel qui ed ora dell’azione collettiva, di un uso in comune dei beni, e non di un riuso di ipotetici “beni comuni”. Questa inversione concettuale ci serve per capire che nessun bene, in questo momento, è comune; ma anche che tutto, ogni cosa può diventarlo, se la condotta quotidiana di tutti e di tutte si modifica ed inizia a costruire reti di autonomia diffusa. La creazione, quindi, di un movimento più ampio di opposizione alle politiche del governo Renzi, che non ha altro programma che privatizzare tutto, come il tentativo di vendere all’asta le case popolari, sfrattando e sgomberando i morosi e gli inadempienti, tutta quella massa di persone che viene quotidianamente eretta a capro espiatorio di ogni male. Questa nuova iniziativa politico-culturale vuole tentare di scuotere l’equilibrio stagnante dei poteri cittadini, indicando una prassi possibile che possa sperimentare delle forme alternative di vita, di produzione e di lavoro”.
Domani, Sabato 3 Gennaio fissata prima assemblea di quartiere,  che si terrà, alle ore 17.00 nell’auditorium della scuola.

 

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