Naufragare nel mare figurato nelle tele di Simone Caliò è dolce, come Leopardi avrebbe voluto. Il mare ed il suo infinito mistero, la sua infinita bellezza, un elemento che non riusciamo mai a confinare quando la nostra anima, nel contemplarlo, si mostra arrendevole di fronte alla sua incontenibile bellezza. Eppure c’è, sempre, è lì ad aspettarci, ad accogliere i nostri sfoghi, i nostri pensieri, per poi disperderli o cullarli tra le correnti della sua magnifica distesa blu. Una costante nella cultura della precarietà che l’artista messinese ha voluto rappresentare con un mix di colori caldi, talvolta accostati duramente ai colori freddi, ora con sfumatura per diventare un tutt’uno con il cielo, ora con una netta demarcazione di variazione cromatica per sottolineare la fisicità di cielo e acqua, entrambi come coinvolti in un dialogo eterno. Elemento caratterizzante delle tele di Caliò è poi una sottile linea di colore, variante, simboleggiante una sintesi di un momento, fisicamente riconducibile anche ad un elemento non astratto che invade il cielo senza disturbarne la quiete, un rimando al carpe diem di “Qui è ora”, mostra del 2011 al Teatro Vittorio Emanuele. Espressione di un impressione: quella che l’artista ha dentro e che riversa sulla tela.
“Mare al quadrato perchè le tele sono quadrate, più o meno 50 x 50 – Spiega Caliò-.Questo è il secondo ciclo di una mostra precedente dedicata anch’essa al mare chiamata “Sereno Altrove”, nella quale era intimo, mentre qui è pensato e meditativo. La mia vuole essere una riflessione su questo elemento presente nella vita di tutti noi, come un amico che c’è sempre,una presenza che però cambia nei suoi colori, che muta costantemente. La sequenza si ripete, ma le sfumature sono infinite: ho voluto cogliere alcuni momenti pensati, interiorizzati e poi espressi secondo lo stile espressionistico, anche se non è necessario incasellarsi in una corrente predefinita. Il mare è una dimostrazione di infinito, del quale ho colto dei momenti tramite la linea di colore, che esprime il cogliere l’istante, ma che può anche rappresentare una ferita, un aereo che passa, una nuvola. Il mare è un infinito che si ripeterà sempre, sebbene in forme mai uguali a se stesse”.
Simone Caliò, nato a Messina nel 1975, diplomatosi nella sezione pittura dell’Accademia delle Belle Arti, nel 1998-1999 collabora nella bottega del pittore siciliano Luigi Ghersi; inizia presto ad esporre le proprie produzioni, vantando un gran numero di mostre personali tra Messina e le più importanti città d’Italia ed Europa. Personaggi del calibro di Rita Borsellino (nella mostra “Omaggio a Paolo Borsellino del 2002 a Palermo), Massimo Piparo, Leoluca Orlando, Francesco Giambrone, Renato Scarpa, Angela Bottari e Antonio Presti hanno presentato ed inaugurato alcune delle sue esposizioni. Caliò inoltre collabora dal 2010 con il trimestrale “Rivista” ed è stato docente per due anni nell’ambito del progetto “Perfiducia”, promosso e sostenuto dal Ministero della Gioventù-Presidenza del Conisiglio dei Ministri e dall’associazione “Arcknoah” (in collaborazione con ANCI e il Comune di Messina), mentre nel 1999 è stato lo storyliner del video clip “E’ già domani” di Mario Venuti. Nel 2013 è nata per sua iniziativa una linea d’abbigliamento chiamata “Le magliette d’autore”, oggi divenuta una vera e propria azienda.
Mare al quadrato, dal 5 al 20 dicembre 2014, alla Messina Art Gallery (Magika).