Coordinati dalla Procura della Repubblica dell Tribunale di Patti, nell’ambito dell’operazione Terreni In Comune, dalle prime ore dell’alba di questa mattina uomini dei Comandi provinciali dell’Arma dei carabinieri e della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione a cinque misure cautelari nei confronti di soggetti responsabili di associazione a delinquere dedita alle truffe ai danni del bilancio dell’Unione Europea.
I soggetti destinatari della misura degli arresti domiciliari sono Antonia Strangio, 42 anni, rappresentante unico e amministratore del Centro di Assistenza Agricola Unsic di Tortorici; Sebastiano Armeli, 47 anni, veterinario dell’Asp di Sant’Agata di Militello e consigliere comunale a Tortorici, gestore di fatto del suddetto Caa – Unsic.
Sono invece sottoposti all’obbligo di dimora Maria Natalina Strangio, 47 anni, avvocato del foro di Locri, titolare di diverse aziende, moglie di Sebastiano Armeli; Giuseppe Armeli, 31enne, studente, fratello di Sebastiano Armeli, collaboratore del medesimo Caa – Unsic gestito dai genitori e titolare di diverse aziende agricole.
Infine è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Mariella Marino Gammazza, 23enne, ex collaboratrice del Caa – Unsic dei coniugi Armeli/Strangio.
I reati contestati a vario titolo ai suddetti indagati sono l’associazione a delinquere finalizzata a commettere un numero indeterminato di reati di falsi e di truffe ai danni all’Agea percependo indebitamente circa 800mila euro fra gli anni 2008 e 2012.
I primi quattro, insieme ad altre 30 persone, sono altresì indagati per i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso ideologico commesso da privato in atto pubblico.
Le truffe ruotavano intorno ai meccanismi di richiesta di contributi europei destinati a sostenere la produzione agricola dei Paesi dell’Unione, attraverso l’erogazione ai produttori di contributi economici tramite gli organismi pagatori degli Stati membri. In Italia l’organismo deputato ad erogare i contributi è l’Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura). Al fine di supportare gli imprenditori agricoli nella predisposizione delle domande per l’ammissione ai benefici comunitari e nazionali sono stati creati i Centri di Assistenza Agricola, soggetti di natura privatistica ai quali Agea delega l’istruttoria e la gestione delle domande presentate per l’accesso alle varie misure di sostegno.
Requisiti fondamentali per l’accesso ai finanziamenti è il possesso della qualifica di “imprenditore agricolo” ed essere titolari di diritti sui terreni per i quali si richiede il contributo; a tal fine – nel caso di titolarità di diritti su terreni di terzi – i Caa devono acquisire dall’imprenditore che richiede il contributo la documentazione idonea a dimostrare l’effettiva volontà del proprietario del terreno.
Le indagini, condotte attraverso attività tecnica, analisi della documentazione rinvenuta presso il Caa, degli estratti dei conti correnti, nonché escussione di proprietari di appezzamenti insistenti in diverse regioni italiane, hanno consentito di accertare come intorno al Centro di Assistenza Agricola – Unsic di Tortorici fosse stata data vita a un’associazione che – per istruire le richieste di contributi in assenza dei requisiti, sfruttando aziende intestate agli stessi associati e agli altri indagati – falsificava i titoli di possesso relativi a numerosissimi terreni, nell’assoluta inconsapevolezza dei legittimi proprietari.
I primi accertamenti sono scaturiti a seguito della segnalazione del Comune di Tortorici – proprietario di 800 ettari di terreno destinati a pascolo, bosco o colture produttive – risultati abusivamente inseriti da alcune imprese private nei fascicoli necessari per l’attivazione dei finanziamenti.
Dalle prime indagini emergeva che titolare della tenuta di tali fascicoli era il Caa di Tortorici e, quindi, si estendevano gli approfondimenti a tutte le aziende i cui interessi erano curati dal Caa, così da individuare numerose imprese agricole che avevano ottenuto, tramite falsi contratti d’affitto o titoli di comodato d’uso appositamente creati dagli operatori del Centro Assistenza Agricola, i contributi dall’Agea.
Singolari erano le modalità di riscossione dei contributi: secondo la normativa questi dovrebbero confluire direttamente nel conto corrente intestato all’azienda beneficiaria. Invece, nell’istruzione della domanda veniva inserito il conto corrente intestato al patronato sul quale confluivano, così, tutti gli importi dei finanziamenti che venivano, poi, consegnati solo in parte agli effettivi destinatari.
Grazie a questo meccanismo sono stati sottratti a coloro che figuravano quali beneficiari circa 300mila euro, mentre quasi 500mila euro sono stati ottenuti attraverso la falsificazione dei titoli di possesso dei terreni.
Per garantire l’erario, è stato, perciò, disposto ed è in corso d’esecuzione, il sequestro preventivo – finalizzato alla confisca per equivalente di beni mobili ed immobili e conti correnti – per quasi 800mila euro nella disponibilità degli indagati facenti parte dell’associazione a delinquere.
Con riguardo alle singole responsabilità, ruolo cardine nell’organizzazione della frode sarebbe rivestito da Sebastiano Armeli, medico veterinario dell’Asp di Sant’Agata di Militello e gestore di fatto del Caa che si è avvalso della collaborazione della cognata, Antonia Strangio, rappresentante unico e amministratore del Centro.
Marino Gammazza, impiegata nel patronato in qualità di segretaria, e Giuseppe Armeli, fratello di Sebastiano e titolare di un’azienda beneficiaria dei contributi, pare collaborassero fattivamente all’istruzione delle pratiche per l’ottenimento dei contributi.
Infine, Maria Natalina Strangio, rappresentante di alcune imprese agricole che hanno indebitamente percepito contributi comunitari, risulterebbe compartecipe dei profitti illecitamente conseguiti.