Dopodomani, mercoledì 3 novembre, il sindaco di Messina, Renato Accorinti, riceverà il rabbino capo Yoseph Levi, alla presenza dall’arcivescovo Calogero La Piana che lo ha invitato a Messina. Levi, alle 18, nel salone delle Bandiere di palazzo Zanca, presenterà il tema sulla coscienza “Riconoscere l’uomo”, e domani, martedì 2, sempre alle ore 18, parlerà al Palazzo dei Duchi di Taormina.
Nel 1967, all’indomani della Guerra dei sei giorni che aveva contrapposto Israele contro Siria, Egitto, Giordania e Iraq, il “Sindaco Santo” di Firenze, messinese d’adozione, Giorgio La Pira, iniziò un lungo pellegrinaggio che lo portò nella Terra Santa. Un viaggio che alternò momenti profondi di spiritualità e preghiera con incontri diplomatici ai più alti livelli, nel tentativo di aprire canali di dialogo tra Israele e i paesi arabi. In quell’occasione La Pira andò a pregare sulla tomba di Abramo, patriarca comune delle tre confessioni, ed un ragazzo, dopo quasi cinquant’anni, ricorda: “Ero uno studente dell’università di Gerusalemme, quando mio padre mi portò a pregare sulla tomba del patriarca Abramo insieme ad altri ragazzi cristiani e palestinesi. Sul momento non capii molto quel gesto, ma col passare degli anni ne ho apprezzato il grande valore simbolico e profetico”.
Oggi quel giovane, proprio rav Yoseph Levi, che ad Hebron partecipò alla preghiera organizzata da Giorgio La Pira per l’unità della “famiglia di Abramo”, come amava definire il “Sindaco Santo” i credenti delle tre grandi religioni monoteistiche, per uno strano scherzo del destino, guida la comunità ebraica di Firenze.
“Mio padre – ama raccontare rav Yoseph – era molto amico di La Pira, era un musicologo, aveva visitato spesso Firenze per raccogliere tradizioni musicali ebraiche, e in quelle occasioni aveva conosciuto il sindaco. Quando La Pira venne in Israele lo aiutò ad organizzare il viaggio. Era un viaggio difficile, con la presenza di esponenti politici, intellettuali e studenti. Parlammo a lungo di pace, di preghiera, poi tutti insieme, ebrei, musulmani e cristiani, siamo andati sulla tomba di Abramo. Avevamo una scorta militare impressionante, era un periodo di forti tensioni. Eravamo un gruppo piccolo, ma rappresentativo. Abbiamo recitato dei salmi, poi io diffusi delle copie di un’antica preghiera per la pace in lingua ebraica e araba”.