Ci sono accorintiani e accorintiani: quelli del movimento e quelli del Palazzo; quelli che Messina la vogliono cambiare dal basso e quelli che, comunque sia, cercano di gestirla da un po’ più in alto. Ci sono gli accorintiani che siedono in Consiglio e quelli che fanno parte della Giunta e, che tra queste due anime ci fosse malcontento tale da portare ad uno scollamento culminato, in qualche caso, addirittura in uno scisma, si sapeva. Sempre più pezzi di delusi fedelissimi perde il sindaco scalzo che, nel percorso di questi mesi, ha visto al proprio fianco sempre meno attivisti e sempre più burocrati e accademici. Uno di questi, suo vice e assessore al bilancio, è stato oggetto di un post a firma del duro e puro Gino Sturniolo (in foto con l’esecutivo all’epoca del blocco anti tir) che, dalla sua bacheca di Facebook, tuona contro l’amministratore con delega alla gestione dell’aria finanziaria del Comune.
All’indomani del voto dell’aula che si è espressa a maggioranza contro la proposta di Guido Signorino relativa alla rinegoziazione dei mutui, il numero due di Palazzo Zanca ha rilasciato alla Gazzetta del Sud dichiarazioni che proprio non sono andate giù al consigliere eletto tra le fila di Cmdb. “Scorretto” sarebbe stato, secondo Sturniolo, il braccio destro (e anche sinistro, spalle, gomito, gambe e testa) di Renato Accorinti. “Sostiene che abbia prevalso la ‘retorica’ del non vogliamo gravare sulle future generazioni”, scrive sul wall l’attivista di Cambiamo Messina dal Basso che prosegue, sempre in riferimento alle parole di Signorino: “Poi aggiunge che chi aveva studiato la delibera ha votato a favore, altri non l’hanno votata per motivi ideologici (ideali), mentre su altri ha prevalso la paura. Ancora una volta non gli passa neanche per l’anticamera del cervello che possa esserci qualcuno che, con piena consapevolezza, abbia un’opinione diversa dalla sua. Avevo ancora accettato il fatto che aveva dichiarato che avevamo sbagliato. E’ una sua opinione legittima. Ma Signorino pensa, evidentemente, di fare l’amministratore da professore universitario. Qualcuno dovrebbe spiegargli che sono due cose diverse”.
Altro che maretta, quella che sta attraversando – da parecchi mesi ormai – il movimento che nel primo cittadino ha visto il proprio leader, è un vero e proprio maremoto distruttivo: a farne le spese lo stesso movimento (almeno la sua faccia “pubblica”) che, via via, si sgretola sempre più sotto le mani di chi lo ha creato, di chi ci ha creduto e di chi inizia forse a perdere le speranze. Ma i detrattori non intoninio l’Hallelujah troppo presto: la storia ha già dimostrato che scossoni simili non sono nuovi all’interno di gruppi che si propongano di cambiare le cose. Del resto ad un obiettivo comune non sempre corrispondono modi operandi (o cogitandi) speculari.