“L’araba fenice è risorta, a dispetto degli scettici! Cittadini partecipate per costruire una comunità”. Con queste parole, il comitato RisaniAmo Casa nostra grida “vittoria” e annuncia “con orgoglio” che il prossimo lunedì primo dicembre “sarà appaltato il risanamento di Casa Nostra, il primo e più importante obiettivo posto il 25 luglio 2013, giorno della sua fondazione”.
Saranno abbattute le sette palazzine rimaste delle 13 evacuate dopo il dissesto idrogeologico del 1993 – fanno sapere gli esponenti del comitato – nascerà al loro posto un parco urbano e, dopo 30 anni, saranno fatte le strade, l’illuminazione e i servizi. Non un punto di arrivo, tuttavia, quello appena illustrato, ma di partenza. Altri obiettivi seguiranno (compostaggio, raccolta porta a porta, gestione del parco urbano e degli spazi comuni, centro sociale, volontariato) e “la loro realizzazione dipenderà non solo dalle risposte delle istituzioni ma anche dalla nostra virtuosità e capacità partecipativa, soprattutto dai contributi dei giovani”.
“Il comitato RisaniAmo Casa nostra – proseguono i suoi esponenti – è orgoglioso di aver indicato ai cittadini di Casa Nostra che è possibile vincere mantenendo la propria dignità. I cittadini, stanchi delle mancate promesse della ‘vecchia politica’, si sono mobilitati rivolgendosi direttamente alle Istituzioni comunali, che, nella persona dell’assessore Daniele Ialacqua prima e successivamente con l’aiuto di Renato Accorinti e Sergio De Cola, hanno stimolato le Istituzioni regionali, l’assessore Bartolotta e il presidente Crocetta, trovando le giuste sinergie per ottenere il finanziamento del progetto di risanamento dell’ingegnere Puglisi, il cui iter è stato seguito a Palermo anche dalla portavoce Valentina Zafarana (deputata del M5s, ndr). Di ciò li ringraziano”.
Rinascerà, pertanto, la speranza in una comunità ferita da troppe false promesse: “Passeremo dalla bruttezza del degrado a costruire insieme la bellezza, grazie alla ‘buona politica’. A Casa Nostra la ‘cattiva politica’, in combutta con mafia e palazzinari, ha già messo troppe prime pietre, sconquassando una collina e rubando i pochi spazi verdi rimasti, usandoci come ‘bancomat elettorale’. Oggi – conclude il comitato – non si metterà più la prima pietra ma il primo albero di un parco urbano, passando dalla sottomissione al potere al dialogo dignitoso, dal degrado al decoro”.