Il “Rapporto sull’andamento dell’economia in Sicilia” stilato ed elaborato dalla Banca d’Italia, relativo al primo semestre del 2014, mette a nudo una realtà conosciuta da tutti, comprese le istituzioni, ma sulla quale si preferisce non porre al momento l’attenzione: quello di una Sicilia che vanta un triste record, ovvero quello della disoccupazione, compresa quella giovanile.
In base al rapporto tutti i settori sono molto lontani dagli accenni di una possibile ripresa, ad eccezione del solo settore turistico, che ha ottenuto un aumento di quasi l’11% su base annuale, grazie soprattutto all’afflusso di stranieri. Per il resto però la situazione è a dir poco drammatica: male l’export che scende di circa l’11%, mentre quello nazionale sale nello stesso periodo addirittura del 13%.
La situazione negativa colpisce le famiglie, meno propense a spendere ed a indebitarsi (con un calo di accesso al credito al consumo pari al 4%) con un crollo delle richieste di finanziamento per acquisto auto, anche a causa dell’elevata disoccupazione, che in un solo semestre è aumentata di un ulteriore 2%, superando la quota del 22,9%. Sono soprattutto gli uomini che vengono licenziati (quasi 4%, mentre le donne si attestano intorno all’1%). Il settore più pesantemente colpito continua ad essere quello dell’edilizia e delle costruzioni, (che da solo supera la soglia del 7%).
Il problema del credito però colpisce anche le aziende, dove non sono tanto le richieste ad essere in calo, quanto quelle che vengono soddisfatte dalle banche. Secondo una stima condotta da Confartigianato Imprese, nel Sud il 12% delle aziende che richiede un prestito se lo vede rifiutare, una realtà che vede nella Sicilia il record negativo anche sotto questo punto di vista.