“La capigruppo non è la sede in cui mettere in atto strategie o fare accordi tra le parti ma, da regolamento, è la sede nella quale si decide come pianificare e scadenzare l’attività d’aula, a differenza di quanto sostiene qualcuno. Non lo dice Daniela Faranda ma l’articolo 53 del Regolamento del Consiglio comunale. Ma basterebbe un pizzico di buon senso per comprenderlo”. Esordisce così, in una nota fresca fresca di invio, la capogruppo del Nuovo centrodestra che commenta la seduta di ieri della commissione tra i rappresentanti dei gruppi consiliari. E i colleghi devono averle dato retta perché stamattina, gli accordi tra le parti, sembrano aver trovato altra location. Voci di Palazzo vorrebbero che, infatti, proprio in questo momento, si stia svolgendo un briefing tra teste coronate dei diversi partiti (dai forzisti ai democrat, sotto la longa manus degli scudocrociati) per addivenire ad un accordo per il voto odierno. Già, proprio quello relativo la rinegoziazione del debito residuo all’1 luglio scorso dei mutui con la Cassa Depositi e Prestiti Spa di cui, previsioni vogliono, sarebbe pressoché certa la bocciatura da parte dell’Aula. Ma in qualche modo bisognerebbe venire a capo della faccenda: per questa ragione, sempre le famose voci, bisbiglierebbero di una proposta alternativa dell’Udc, quella di presentare un ordine del giorno per la rimodulazione dei fondi Tasi. Insomma cento passi indietro per sbrogliare il bandolo della matassa.
Se la critica della consigliera Faranda è apparentemente generica, in realtà, andando oltre nella lettura della nota, appare chiaro e specifico ogni riferimento a situazioni e vicende. “È un momento troppo delicato per la città: si aspetta ancora di approvare bilanci, con il fiato sul collo del ministero che chiede la restituzione di 14 milioni di euro per i quali dobbiamo ancora avere chiarimenti; intanto si pensa di rinegoziare mutui per far fronte alla mancanza di liquidità e scongiurare la sospensione dei servizi sociali; dall’altra parte il problema della continuità territoriale costantemente a rischio che potrebbe portare all’isolamento di Messina che sembra preoccupare solo un unico esponente della politica messinese e appare quasi snobbato dal civico consesso; per non dimenticare le innumerevoli emergenze sociali ed occupazionali. In questo quadro, la convocazione di una conferenza dei capigruppo alla presenza del sindaco, per ‘ritrattare’ l’isola pedonale mi pare davvero fuori luogo”.
Rinegoziazione dei mutui vs isola pedonale, due temi i cui dibattiti sembrano avere tra gli attori sempre gli stessi protagonisti (almeno in quanto a simboli di partito i cui loghi sono legati a doppio filo da destra a sinistra passando per il sempreverde centro). Quello che in “italiese” viene definito in termini dispregiativi “inciucio” ma che, se regolato da logiche nobili, potremmo etichettare come lavoro sinergico. Del resto gli obiettivi dovrebbero essere comuni, no? Il bene della città sopra tutto e tutti: il raggiungimento di questo scopo è alla base del mandato che gli eletti hanno assunto. Invece così non è e non scopriamo l’acqua calda nel fare questa grande rivelazione.
“Parafrasando il collega Adamo, è la vecchia maniera di intendere le cose: c’è chi crea il problema solo per poter proporre la soluzione”, commenta la lady Ncd che prosegue in modo oltremodo pungente. “È palese che se ieri si dà battaglia alla proposta, senza se e senza ma, oggi non si può propone la mediazione per mera strategia. Salvo poi scoprire che nelle segrete stanze, che ormai tanto segrete non sono più, si trovano soluzioni da somministrare ai 40 consiglieri”.
Passo indietro per ripercorrere brevemente i fatti più recenti: “Quando, mesi fa, l’assessore Gaetano Cacciola chiese di incontrare un rappresentante per gruppo, quella seduta andò quasi deserta, ci presentammo in pochissimi e si dovette rinviare tutto a data da destinarsi. Al tempo, se si fosse voluto un dialogo per salvare il salvabile, si sarebbe potuto avere”. Ma l’isola non può essere prioritaria in questo momento nei dialoghi di Palazzo Zanca. Ben venga se si riesce a venirne a capo parallelamente ad altre questioni ma lasciarla monopolista dell’attenzione di politica e opinione pubblica sarebbe perdere di vista la realtà, come evidenzia la consigliera.
“Oggi dobbiamo fronteggiare altre questioni tutt’altro che chiare e non possiamo perderci in inutili e provocatorie riunioni volute e ostruite al contempo su questo tema che negli ultimi mesi ha catturato l’attenzione di tutti diventando il cavallo di battaglia per fare azione politica d’opposizione, l’uno contro l’altro armati. Del resto c’è chi è in campagna elettorale sempre e da sempre e spiace notare che non è un habitus che appartiene solo a vecchie volpi del palazzo ma anche a nuove leve, tutt’altro che lontane dalle logiche di una politica che a me non piace e non piacerà mai!”.
Ovvia la richiesta di chiarimenti sui riferimenti tutt’altro che vaghi ma la capogruppo alfaniana liquida ogni ulteriore domanda con un “tanti, tanti colleghi”. Un’ultima battuta sulla questione che ha animato consiglio e città in questi mesi: “Non v’è dubbio che il progetto non andasse bene e che bisognasse modificare iter e condividere le scelte ma bisogna innanzitutto ristabilire i ruoli di ciascun organo”.
Sulla condotta di alcuni membri del consesso (con chiari e specifici riferimenti a foto che hanno funto da casi belli per infuocare lo scontro sul web in questi giorni: dalle pose in modalità red carpet di Nino Interdonato e Fabrizio Sottile intervenuti ad un evento in via dei Mille -ancora isola pedonale – allo scatto provocazione di Nicola Cucinotta in sella ad un quad con cui si diceva ansioso di attraversare l’area perdonalizzata una volta tolte le transenne), non riusciamo a strappare alcuna battuta e arriva secco il “no comment”, già sufficientemente eloquente: “È nostro dovere agire nell’interesse della collettività e la responsabilità è soggettiva, io devo rispondere alla città, alla mia coscienza e a nessun altro. Non ho amici o nemici in consiglio: ci sono idee e posizioni che possono unire o dividere, tutto qui” . (@eleonoraurzi)