“Valorizzare il nostro mare è un’operazione dovuta, ma passa decisamente da altre vie”, questo il commento del deputato regionale del Nuovo CentroDestra e vice presidente della commissione attività produttive, Nino Germanà, in merito al dibattito relativo su possibili trivellamenti nei fondali del Mediterraneo.
“Il nostro mare è scrigno di un patrimonio culturale e naturalistico immenso, riconosciuto dall’intera umanità e va tutelato non violentato con rischi e ricadute di impatto ambientale enorme che si andrebbero a sommare a quelli già determinati dall’inquinamento frutto dell’intenso traffico marittimo.Non dimentichiamo che in una dimensione inferiore all’l % dei mari del pianeta transita ben un quarto del traffico mondiale di idrocarburi”, prosegue il parlamentare che, insieme ai colleghi di partito, evidenzia i gravi pericoli connessi alle diffuse attività di ricerca e di estrazione di idrocarburi offshore.
“Il nostro è un territorio profondamente critico e delicato, si pensi all’attività tellurica e vulcanica: incognite imprevedibili che costituiscono minacce i cui effetti sarebbero devastanti per l’ecosistema; un ecosistema straordinario i cui fondali possiedono requisiti in grado di determinare effetti unici in termini di biodiversità marina”. Non trascura l’aspetto politico internazionale il deputato Ncd che aggiunge “vi è nella fascia meridionale del Mediterraneo, inoltre, una complessa e preoccupante situazione data dall’instabilità politica e dall’imponente fondamentalismo: aspetti preoccupanti per il mantenimento della pace e la sicurezza dell’area mediterranea in questione. La Sicilia non può né deve essere terra di conquista delle multinazionali ed è compito dell’Assemblea salvaguardare gli interessi e la sicurezza del nostro territorio, sì ricco ma non solo di giacimenti dei quali far fruire multinazionali alla ricerca di nuove autorizzazioni, ma delle qualità che naturalmente gli sono proprie.
Inoltre non è ammissibile che il rilascio di concessioni avvenga previa adozione di misure che garantiscano la sicurezza degli ecosistemi interessati. In generale, inoltre, bisogna dare il via ad una programmazione seria che riguardi il monitoraggio e il contrasto dell’inquinamento marino, nell’interesse della nostra Sicilia, del suo mare e della ricchezza che di per sé, naturalmente, esso costituisce”.