Si è aperto ufficialmente questa mattina, dopo una solenne cerimonia presso l’Aula Magna del Rettorato, l’anno accademico 2014/2015 per l’Università degli Studi di Messina. L’evento ha avuto inizio con l’esibizione del Coro d’Ateneo, coordinato da Giulio e Umberto Arena, che ha intonato il Gaudeamus igitur e l’Inno Nazionale. Numerosi gli ospiti d’eccezione presenti fra il pubblico: fra i tanti vi era il sindaco Renato Accorinti, insieme al vice-sindaco Guido Signorino e agli assessori Filippo Cucinotta e Sergio De Cola, il presidente del consiglio comunale Emilia Barrile, il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, l’arcivescovo Calogero La Piana, l’ex Rettore Franco Tomasello, il comandante della Polizia Municipale Calogero Ferlisi, il presidente dell’Udc Gianpiero D’Alia, i deputati regionali Franco Rinaldi e Filippo Panarello, il segretario generale dell’Autorità Portuale Francesco Di Sarcina e il presidente emerito della Corte Costituzionale, nonché ex Rettore dell’Ateneo peloritano, Gaetano Silvestri.
Assente però l’atteso ospite d’onore, Graziano Delrio, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, il quale ha dovuto declinare l’invito all’ultimo momento per visitare le zone alluvionate del nord-Italia, colpite dalle ondate di maltempo delle ultime settimane. Il Rettore Pietro Navarra, in apertura del suo intervento, ha voluto esprimere il suo cordoglio proprio alle famiglie delle vittime causate dalle ultime alluvioni. Navarra è poi entrato nel vivo del suo intervento, sottolineando come l’Università sia “un’istituzione di formazione delle giovani generazioni che, per sua missione, deve guardare lontano, puntando sul talento dei suoi studenti e dei suoi ricercatori, assecondandone le aspirazioni, promuovendone i desideri e sostenendone le aspettative”. Puntare sulle nuove generazioni, secondo Navarra, è anche la chiave di volta per la crescita dell’Italia intera, paese che, come ricordato dallo stesso Rettore, “non solo fra i 20 paesi industrializzati che hanno visto il loro Pil ridursi, fa parte di quei 5 che hanno diminuito le spese per l’istruzione, ma è anche quello che ha fatto registrare la più alta diminuizione”. Per arrestare l’emorragia di risorse pubbliche per il sistema universitario, la ricetta di Navarra è quella ripetuta sin dal giorno della sua elezione: “Premiare il merito, con un sistema di valutazione che agisca con rigore, fornendo anche alle istituzioni universitarie strumenti adeguati per scoraggiare, se non punire, il demerito. Inoltre – continua Navarra – il futuro del’ nostro Ateneo dipende dalla propria capacità di assecondare e promuovere, se non anticipare, il cambiamento”.
Il Magnifico Rettore si è poi soffermato sulle tre importanti riforme varate nel primo anno di governo. La prima è la riforma dell’offerta didattica, con i corsi di studio attivi ridotti di circa il 16% rispetto al passato, con il mantenimento totale, senza modifiche, del 48% dei corsi svolti nello scorso accademico, mentre il 40% dei corsi oggi attivi ha subito modifiche sostanziali. “L’opera di razionalizzazione compiuta dall’Università di Messina – spiega Navarra – non solo ha reso più attuale la proposta formativa, ma ha anche reso compatibile l’attività didattica potenzialmente erogabile con le risorse umane realmente a disposizione. Il sovradimensionamento del carico didattico previsto prima della riforma, era particolarmente gravoso per i ricercatori con inevitabili effetti sulla loro produttività scientifica e, quindi, sulle loro prospettive di carriera.La bontà delle modifiche apportate all’offerta formativa è stata confermata dalla classifica delle 61 Università pubbliche italiane redatta annualmente da Il Sole 24 Ore che, nel complesso, ha visto migliorare la posizione dell’Ateneo peloritano dal 51esimo al 38esimo posto, con l’11esimo posto per quanto riguarda la sostenibilità dei corsi di laurea”.
La seconda riforma è quella relativa alla rimodulazione dell’assetto organizzativo dell’amministrazione, realizzata con il contributo delle organizzazioni sindacali, con l’obiettivo di favorire rinnovate motivazioni nel personale e assicurare guadagni di efficienza ell’erogazione dei servizi. Le posizioni organizzative sono state rimodulate sulla base dell’effettiva dotazione organica, del carico di lavoro e delle dinamiche del personale, con una speciale attenzione posta al giusto equilibrio fra accentramento e decentramento delle decisioni amministrative, con particolare riguardo ai rapporti fra amministrazione centrale e dipartimenti. Infine, l’ultima riforma, è quella relativa alla revisione dello Statuto d’Ateneo, di cui si attende la definitiva approvazione da parte del Miur. “E’ stato ridotto il numero dei dipartimenti – ricorda Navarra – per consentire la presenza di tutti i direttori all’interno del Senato Accademico. Inoltre è stata estesa la partecipazione democratica al voto: per quanto riguarda il Cda, la componente universitaria, prima eletta in via indiretta attraverso il filtro del Senato Accademico, è adesso eletta direttamente da tutti i docenti e da tutte le unità di personale tecnico e amministrativo. Per quanto attiene al voto degli studenti nelle elezioni del Rettore e dei direttori dei dipartimenti, mentre nel passato l’elettorato attivo era riservato ai soli rappresentanti, adesso è esteso a tutti gli studenti, pur se con voto ponderato”. Navarra ha anche voluto ricordare Luigi Michaud, ricercatore morto lo scorso gennaio mentre si trovata in Antartide per svolgere le sue attività. Il Rettore Navarra si è detto poi preoccupato per il proliferarsi delle Università non statali telematiche: “Esprimo il mio dissenso per queste Università, di cui mi preoccupano gli standard minimi dei processi formativi e le dubbie qualità professionali. Sono un cattivo esempio che non possiamo permetterci”.
Spazio poi al direttore generale dell’Ateneo peloritano, Francesco De Domenico, il primo, da quando è stata istituita questa figura, a partecipare alla cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico: “Organizzazione, risparmio, modernizzazione e semplificazione – ha sottolineato De Domenico – costituiscono le parole d’ordine che caratterizzano, in linea con l’attuale orientamento politico e normativo, la gestione del nostro Ateneo; l’incentivazione della trasparenza e la promozione della legalità gli obiettivi strategici principali; l’interazione con il territorio e la progettazione del futuro le leve per il cambiamento e l’innovazione”. De Domenico ha poi illustrato le innovazioni di processo di cui l’Ateneo ha inteso avvalersi per la realizzazione dell’azione di modernizzazione e semplificazione. Tra queste, la protocollazione e gestione documentale informatizzata, la firma digitale e verbalizzazione on line degli esami, il sistema di misurazione delle performance e la trasparenza e prevenzione della corruzione.
Subito dopo è intervenuto Maurizio Fallico in rappresentanza del personale tecnico-amministrativo, il quale ha espresso l’auspicio che il nuovo modello organizzativo varato non rappresenti un punto d’arrivo, ma piuttosto un punto di partenza, migliorabile e modificabile. Dario Agnello, poi, è intervenuto in rappresentanza degli studenti, sottolineando il parere positivo per alcune iniziative dell’Ateneo, come il rilancio del Cus, la nomina del Garante degli Studenti e l’adozione di un nuovo sistema di premialità studentesca. Agnello ha anche sottolineato come gli studenti sperino in una revisione delle fasce di reddito per il raggiungimento di una maggiore equità contributiva. La Prolusione ai corsi è stata tenuta dal prof. Walter Distaso, ordinario del Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Ambientali e Metodologie Quantitative che ha analizzato le cause, i modelli e i rimedi della attuale crisi finanziaria che scoppiata nel Settembre 2008 ha prodotto effetti devastanti per l’economia mondiale.
Al termine dell’intervento di Distaso, il Rettore Navarra ha dichiarato ufficialmente aperto il nuovo anno accademico. Durante lo svolgimento della cerimonia, un gruppo di studenti appartenenti al Collettivo Studentesco Unime ha effettuato un sit-in di fronte all’ingresso principale del Rettorato, i quali hanno contestato in maniera pacifica la politica economica che si sta adoperando in Italia e soprattutto l’impossibilità di non poter intervenire durante la cerimonia: “Sono stati collocati maxi-schermi per seguire l’inaugurazione – ci spiega Filippo Alessandro – ma non è stato concesso agli studenti l’ingresso in Aula Magna, dove volevamo porre delle questioni al Rettore in merito alla gestione universitaria. Abbiamo molto da contestare al riguardo. Nel momento in cui ci viene preclusa la partecipazione, abbiamo deciso di fare quest’assemblea per fare in modo che anche gli altri studenti conoscano i propri diritti, sperando che un giorno si possano svegliare. Chi governa l’Università esiste perché qualcuno crede in loro, ma negli ultimi tempi stanno aumentando sempre di più quelli che non ci credono più. Sono troppo lontani dalle nostre esigenze. Dovrebbero tutelarci, ma invece fanno tutt’altro”. @SimoneIntelisano
Fotogallery a cura di Lillo Lo Cascio