Parcheggiatori abusivi al cimitero e alla stazione, pompe di benzina presidiate: come si cambia

Cornicione crollato al Gran Camposanto

Se in altre città sicuramente ben più avanzate, almeno sotto certi aspetti, il parcheggiatore abusivo è un’autentica istituzione, a Messina questa figura professionale di altissimo profilo ha sempre stentato a fare breccia. A colmare la lacuna ci stanno provando alcuni pionieri provenienti dal nord Africa. Ne sono stati avvistati in piazza della Repubblica, altrimenti nota come piazza stazione. E da qualche tempo in via Catania, di fronte al Gran Camposanto.

Accade, pertanto, che la gioia dell’automobilista di turno, che riesce a individuare un buco in cui infilare la macchina, dopo un lungo peregrinare, venga smorzata da questi signori che, senza cappello – al contrario dei più celebri colleghi napoletani – ma con a tracolla il marsupio di ordinanza, gli si piazzano davanti, con il pretesto di aiutarlo a fare manovra. Successivamente, restano in attesa di riscuotere l’obolo. In maniera discreta, occorre precisare, stando alle testimonianze di chi si è imbattuto in loro. Ma in ogni caso abusiva. Proprio uno di loro, questa mattina, dinanzi al cimitero monumentale, è stato verbalizzato e fatto allontanare da una pattuglia della Polizia municipale.

Non è l’unico fenomeno eclatante, in città. Basti pensare a tutti coloro che occupano ormai stabilmente ogni pompa di benzina del circondario. Delle vere e proprie forme di subappalto unanimemente accettate dai soliti automobilisti i quali, all’inarrestabile caro carburante, devono aggiungere gli oneri della mancia. Appannaggio ineludibile di questo reggimento di benzinai improvvisati.

E se in altri momenti storici certe situazioni potevano passare più o meno in carrozza, quasi facenti parti di un pittoresco paesaggio, nell’Italia e, soprattutto, nella Messina dei tempi della crisi fanno male al portafogli e al sistema nervoso, quanto meno di coloro che pagano regolarmente le tasse e rispettano le regole.

Nessuno intende togliere il pane di bocca a dei poveri disperati, per carità. Il problema è che la categoria dei bisognosi si allarga a dismisura, ogni giorno che passa, e vedere applicare due mezzi e due misure non fa altro che alimentare questa macelleria sociale in cui gli indigenti si ritrovano a scannarsi tra di loro, aizzati da agitatori professionisti che, su queste disparità, da anni fondano le proprie fortune. Ne sia prova il successo riscosso in giro per l’Italia,e  non solo al nord, da Matteo Salvini, segretario della Lega, erede della filosofia di Umberto Bossi e, come il suo predecessore, custode di non pochi scheletri nell’armadio.

Se all’abusivismo crescente, che evidentemente non è solo quello dei venditori ambulanti, si somma tutto il resto, è normale farsi due conti e prendere atto della realtà: il servizio idrico funziona a macchia di leopardo e costa un occhio, la raccolta dei rifiuti è anche peggio, i servizi sociali sono al collasso, i migranti vengono trattati come deportati, la macchina burocratica prosegue nella sua stasi proverbiale, i tir continuano a imperversare giocondi grazie all’ennesimo insabbiamento del porto di Tremestieri e di tutto quello che c’è dietro, l’isola pedonale è stata debellata. Che dire, cari messinesi? Fate pure sogni tranquilli, il vostro equilibrio non verrà alterato. Non è cambiato proprio niente.

Se son rose… abuseranno. (@FabioBonasera)

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