“La prova per l’ingresso nelle scuole di specializzazione di medicina e chirurgia prevista per il prossimo venerdì 7 potrebbe essere di nuovo nulla per mancato preavviso”, secondo Giacomo Caudo, presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Messina, che interviene con fermezza, stigmatizzando l’operato del Miur. Infatti secondo l’articolo 6 del Dpr 487 del 9 maggio 1994 la data di svolgimento di un concorso pubblico “deve essere comunicata almeno 15 giorni prima” e non solo 6 giorni come in questo caso, col rischio che eventuali ricorsi sono validi ad annullare interamente il test per la seconda volta.
“Questo caos nazionale rappresenta l’ennesima vicenda di un malfunzionamento generale del ministero – dice Caudo (nella foto) – un errore gravissimo e costosissimo, per cui non bastano le dimissioni di Emilio Ferrari, presidente del Cineca (il consorzio interuniversitario cui è delegata l’organizzazione), il cui contratto sembra in scadenza comunque a breve: bisogna capire se ci sono dietrologie, strategie o altri scopi, dato che si tratta di un concorso per la prima volta su base nazionale cui hanno partecipato 11mila studenti; accertare le responsabilità e mandare a casa chi ha dimostrato incompetenza e inefficienza”.
Fin dal principio il bando infatti ha mostrato segni evidenti di “pressappochismo”: “Doveva essere pubblicato a inizio 2014 (il precedente risale addirittura ad aprile 2013), ma è uscito ad agosto scorso, con un ritardo grave e ingiustificato; è stata modificata la valutazione dei curricula, decisamente penalizzante rispetto al passato; molti dei partecipanti hanno rinunciato a contratti e impegni di lavoro, seppur temporanei, non si sono potuti preparare a causa dell’assenza di una bibliografia di riferimento (poca chiarezza alcuna sulla modalità di formulazione del test); il numero di borse è risultato inadeguato, costringendo numerosi medici a fare scelte diverse; fino a pochi giorni prima della data fissata non si conoscono le località precise di svolgimento, con enormi sacrifici in termini economici e organizzativi per studenti e famiglie”.
“Una situazione raccapricciante e ridicola per uno Stato evoluto come dovrebbe essere l’Italia – continua Caudo – piuttosto che rifare un concorso potenzialmente già nullo, bisognerebbe, ed è questo l’appello del nostro Ordine, annullare solo una parte di test, aggrappandosi al fatto che si sia verificato un errore dell’uomo e non una irregolarità e tutelare la classe di futuri medici. Tra l’altro alla luce delle 5000 borse messe a disposizione, la maggior parte di loro sarà costretta ad emigrare all’estero e incrementerà la consueta fuga di cervelli che il nostro Paese, così male amministrato, conosce ormai bene. In 7000 non avranno accesso alle scuole e ciò ne determinerà scelte anche non condivise dagli stessi studenti e dalle loro famiglie. Se poi si pensa che in vista del prossimo pensionamento di una generazione intera di colleghi, si arriverà alla situazione, riscontrabile già in Francia e Gran Bretagna, cioè un’invasione di medici stranieri per carenza di personale rispetto al fabbisogno della popolazione, il quadro italiano risulta ancora più increscioso. Nella speranza che qualcuno colga tali considerazioni e rifletta che l’annullamento e il caos di quest’ultimo test è solo la punta di un iceberg di problemi ben più complessi, l’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Messina è solidale con tutti i partecipanti, assicurando loro di continuare la sua battaglia, affinché siano tutelati i loro diritti nell’interesse di tutti”.