La festa dell’Unità nazionale, l’ormai fatidico 4 Novembre, dà lo spunto ai dipendenti della Provincia regionale di Messina per fare la conta. Per capire chi c’era alla manifestazione in piazza Unità Europea e, soprattutto, chi non c’era. A lasciare un vuoto inquietante, tra le autorità cittadine, è stato proprio l’ente di palazzo dei Leoni che, ormai, non è né carne, né pesce. A lamentare la scandalosa, oltreché drammatica situazione, del solo presunto Libero consorzio, retto da un commissario straordinario da giugno 2013, al pari degli altri otto della regione, e oggi rimasto privo pure di quello, sono il coordinatore provinciale del Csa, Pietro Fotia, e il responsabile Enti locali, Santino Paladino.
“La sensazione di tristezza e frustrazione provocata dal posto vuoto del rappresentante della Provincia alla festa delle Forze Armate non è facile da descrivere – scrivono in una nota – il disastro provocato dall’ondivago modo di legiferare della Giunta regionale, con la connivenza di tutti i massimi rappresentanti dei partiti che la sostengono, ha infatti raggiunto in questi giorni il suo apice”.
L’ente di Palazzo dei Leoni – ricordano – (1000 dipendenti, di cui 100 precari il cui contratto scadrà a giugno 2015, e rilevanti funzioni da svolgere quali : manutenzione strade e scuole, trasporto e assistenza studenti disabili, promozione turistica, tutela ambientale) è infatti attualmente privo di rappresentanza giuridica: “Vuoto che di fatto non potrà comunque essere totalmente colmato dalla nomina di un ‘commissario ad acta’. Crocetta ed i suoi alleati (tutti) hanno di fatto abbandonato gli enti al loro destino, privandoli di ogni mezzo strumentale e finanziario e incapaci di mantenere fede agli impegni assunti in materia di riforma degli enti locali”.
“Siamo curiosi a questo punto di vedere se le prese di posizione delle scorse settimane – concludono – di molti deputati (dal presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ad autorevoli esponenti della maggioranza) che propugnavano a gran voce il recepimento della ‘Delrio’( da più parti giudicata la scelta in questo momento più opportuna), avranno un celere seguito in aula o si riveleranno semplici manovre ‘pre rimpasto’ destinate a sciogliersi come neve al sole dei nuovi accordi di vertice”.
Da ricordare, a completare il quadro, la misteriosa revoca lampo di Girolamo Ganci in sostituzione di Filippo Romano.