“Abbiamo portato in piazza il tricolore con il quale abbiamo abbracciato la manifestazione come segno di ringraziamento e vicinanza alle forze dell’ordine”, con queste parole, il consigliere comunale di SiAmo Messina, Piero Adamo, spiega l’iniziativa di stamattina, promossa da Fratelli d’Italia- Alleanza Nazionale, partito del quale è una delle voci principali in città.
Bandiere a confronto, dunque, in Piazza Unione Europea: bandiere che invece di unire, talvolta, dividono. Nessuna dicotomia tra i messaggi profusi: non c’è contrapposizione tra pacifisti e belligeranti ma solo individui la cui interpretazione della divisa è evidentemente differente. “Oggi non si celebra la festa della guerra ma l’Unita nazionale e l’impegno delle nostre forze armate operanti in Italia e all’ estero”, prosegue Adamo. “E chi porta la divisa vuole egli stesso, per primo, la pace”.
Il politico meloniano, chiarisce come quella odierna, promossa dal gruppo di attivisti di Fdi, sia stata un’iniziativa trasversale: “Abbiamo messo a disposizione il tricolore ma dietro quel tricolore abbiamo tutti il diritto di stare e riconoscerci”. A dimostrazione di ciò, a reggere i lembi della lunga bandiera italiana, una folta rappresentanza di consiglieri comunali appartenenti a diversi gruppi e partiti, tra cui Mondello, Rizzo, Perrone, De Leo, Scuderi, Santalco, Cucinotta, Faranda, Carreri, Amata e Crisafi. Una dozzina di membri del consesso provenienti da Udc, Pd, Ncd, Megafono; da destra a sinistra al centro, in molti hanno ritenuto di voler stare dietro la bandiera: quella italiana. “Non vogliamo una contrapposizione tra simboli come quella innescata dal sindaco lo scorso anno:la bandiera italiana è di tutti”. Per la serie: mette tutti d’accordo.
Ma l’iniziativa del mega tricolore non è nuova per i Fdi – An che, in questi mesi, ne hanno spesso sbandierate nelle più diverse occasioni in piazze e pubbliche vie del Belpaese e proprio la formazione “neoaennina” ha sin qui dimostrato forte vicinanza alle forze armate in ogni forma, numero e caso nonché portato avanti una strenua battaglia in sostegno di Latorre e Girone, i due marò accusati dal governo indiano di aver ucciso due pescatori al largo della costa di Kirala, nel 2012. “Per noi oggi si celebra l’ impegno delle forze armate; di tutte le forze armate”, commenta Adamo: “E vogliamo dire un sentito grazie ai soldati dell’ esercito che tirano fuori la gente dal fango a Genova; ai nostri carabinieri in missione a Nassiriya; ai nostri marò che prestano servizio per garantire la sicurezza delle navi mercantili e si ritrovano detenuti ingiustamente”.
Mancano soltanto settanta giorni prima che Massimiliano Latorre, tornato in Italia per un permesso medico dopo un ictus che lo ha colpito il 31 agosto, lasci di nuovo il nostro Paese per tornare la dove lo attende il commilitone, Salvatore Girone.
Cosa ci si aspetta dal Governo italiano a questo punto? “Per esempio che agisca diversamente da come ha fatto fino ad ora”, dichiara il consigliere di destra. “Il governo non deve semplicemente fare una telefonata ogni volta che cambia il ministro ma internazionalizzare il problema e ritirare il nostro contingente dall’India. La comunità internazionale non si muove a difesa dell’ Italia? Bene, allora potrà fare a meno dell’Italia nelle azioni internazionali”. E , interpellato sugli sviluppi che la questione potrà avere durante il semestre italiano di presidenza europea, aggiunge: ” Non ho alcuna fiducia nella Mogherini né tanto meno in questo governo. Durante il semestre italiano non saremo capaci di tirare fuori qualcosa di buono, temo”.
Insomma, oggi più che mai, c’è qualcuno che le forze armate non ritiene vadano solo celebrate ma prima ancora difese: paradossalmente e amaramente il “cattivo” è anche stavolta lo Stato! (@eleonoraurzi)