Il vaso è colmo. Se il sole estivo ha concesso un’attesa lunga mesi, le prime piogge non ammettono altre complicità. Così Clelia Marano, esperta a titolo gratuito del Comune per i servizi sociali, sbotta e dichiara a gran voce la sua amarezza per una situazione divenuta insostenibile. Ci sono 96 minori non accompagnati nelle tende della vergogna. Adolescenti e bambini di cui per legge è responsabile il dipartimento dei servizi sociali del Comune, che non possono aspettare oltre.
“In questo momento l’ultima speranza resta il Sindaco di cui ho ancora fiducia” – ci dice Clelia Marano, che se ha posto un “ultimatum” alla “sua” amministrazione, lo ha fatto per rispetto alla dignità di quelle persone e dei volontari che in questi mesi hanno accompagnato il faticoso lavoro seguito al flusso di sbarchi che in un anno e mezzo ha visto passare oltre 6000 anime in città.
“L’assessore Mantineo ci ha lasciato soli – tuona la Marano – quando avrebbe dovuto investire persone competenti, anche più di me, per gestire l’accoglienza dei migranti. Bisognava creare una task force, attrarre fondi destinati a bandi ministeriali che invece abbiamo perso. Per non parlare del piano di zona 2013-2016, dove nessun progetto è rivolto all’accoglienza dei minori non accompagnati, quando sarebbe stato non solo auspicabile ma doveroso creare una struttura e far lavorare le figure professionali previste per legge, dagli psicologi agli avvocati”.
L’assessore Mantineo, ex presidente del Cesv, a cui resta indiscutibilmente legato per passione e attenzione, non è nuovo a critiche anche da parte della commissione consiliare sui servizi sociali.
Poi il pensiero va a quelle emergenze che l’hanno vista in prima linea. Agli oltre 500 immigrati alla Scuola Pascoli, dove con una decina di volontari è stato fatto il possibile. Senza dimenticare il lavoro silenzioso ed efficace di una esperta legale dell’immigrazione come Carmen Cordaro.
Clelia Marano è una piccola donna dal cuore grande e dal carattere forte. L’abbiamo vista lavorare instancabilmente, cercando di creare umanità nelle feritoie di un’accoglienza militarizzata. E anche oggi, pur ribadendo che vuole fare un passo indietro, non riesce a dichiararci che starà lontana da quei bambini. Tornerà in mezzo a quelle tende, aspettando che la sua “uscita di scena” sia l’inizio di un cambiamento finora disatteso.
“Spero che ci sia una risposta immediata -conclude – ho fiducia solo in Renato”. (@pal.ma.)