Messenio, Zanclon, Vespri o Antonello: uno sarà il nome della moneta locale. Deciderà voto online

Moneta complementare messinese, atto primo. Dopo le conferenze stampa e i lavori preparatori, oggi, al Palacultura, è iniziata la fase operativa per l’individuazione della rosa di tre nomi da cui la cittadinanza potrà attingere, attraverso una consultazione online, quello definitivo. E si comincia già con una sorpresa poiché i nomi in finale saranno quattro. A Zanclon, approvato con 177 voti, Vespri, 174, e Antonello, 142, si aggiunge Messenio, proposto dall’esperta di numismatica antica, Maria Caltabiano, chiamata dall’assessore alla cultura del Comune di Messina, Tonino Perna, insieme alla dottoressa Enrica Carnazza e al dottor Rocco Bellantoni, a comporre la commissione deputata a individuare il vincitore del bando sulla veste grafica della moneta complementare.

Alle personalità investite dall’amministratore, si aggiungono altri quattro giurati eletti dall’assemblea: il fumettista Lelio Bonaccorso; Maria Irrera, dell’agenzia di pubblicità SubVersiva; l’architetto Carmelo Celona; Antonella Melis, esponente di Cambiamo Messina dal Basso.

E’ tuttavia doveroso premettere che l’assemblea pubblica convocata da Perna non è stata esattamente un successo di pubblico. Delle tante persone e personalità invitate, soprattutto tra le categorie produttive, in pochissime hanno raccolto.

“Non un inizio entusiasmante – ammette Perna in apertura dei lavori – mi aspettavo una maggiore partecipazione ma siamo abituati a non scoraggiarci. In conferenza stampa – afferma per inciso – sono rimasto male per l’ilarità di alcuni giornalisti. Questo è un processo che va avanti solo se c’è l’interesse della città. Scegliere un nome equivale a scegliere la propria identità. Dai nomi selezionati dipenderà il contenuto del bando da indire per definire gli aspetti grafici. L’idea è di produrre cinque tagli, da 1, 2, 5, 10 e 20. Il successo dell’iniziativa è basato sulla fiducia”.

moneta complementare pubblico“Data la diffusione locale che la moneta dovrà avere – spiega Caltabiano – sarebbe opportuno un nome che ne indichi la provenienza geografica, come Messenio. Come sistema monetale – aggiunge – andrebbe bene quello decimale con gli spiccioli chiamati piccioli”. Caltabiano pone infine il problema delle “tre C, convertibilità, costi e copertura”, che l’amministrazione di palazzo Zanca dovrà risolvere per rendere praticabile l’iniziativa. Facendo attenzione anche a “quantitativi e falsificazione che comporta rischi di inflazione”.

Il vantaggio che i cittadini avranno nel ricorso alla moneta complementare, secondo il Comune, sarà dato dagli sconti ottenibili dall’uso. Lo scopo finale sarà di realizzare una moneta per gli scambi locali che nessuno sentirà, col tempo, più il bisogno di convertire. “Al pari dei buoni pasto”, fa notare qualcuno in sala. Quello che dovrà essere messo in atto – ricorda Perna – è un “processo pedagogico in cui cittadini si abituino ad avere fiducia in se stessi”. La moneta, qualora si dovesse innescare questo processo virtuoso, servirà pure a pagare le tasse locali. E c’è chi propone di usarla per il reddito di cittadinanza.

A seguire tutti i nomi proposti dai messinesi con le motivazioni dei rispettivi promotori riportate sinteticamente: Messenio, su indicazione della professoressa Caltabiano; Leo, legato al leone della città raffigurato nel logo comunale; Zanclon, che evoca la prima moneta messinese; Peloro, che in Greco significa prodigio, contiene la parola oro e si rifà alla mitologia; Dicearco (Dicearchi al plurale) in onore del geologo messinese; Sikano, perché va esportata; Meta, come auspicio; Antonelliana (proposto due volte nel segno di Antonello da Messina); Arpa, come lo strumento musicale simile alla lira; Vespri, acronimo di Valuta etico sociale di promozione delle risorse interne, che rimanda al noto movimento popolare rivoluzionario; Vara, come il carro votivo; Antonello (Antonelli al plurale, proposto due volte come Antonelliana e per le medesime ragioni); Triskele, simbolo della Sicilia; Stellina dello Stretto, data l’assonanza con la sterlina e suscettibile di un’integrazione nell’area dello Stretto; Meco, acronimo di Messina complementare; Mem, acronimo di Moneta etica messinese; Tarì dello Stretto, nome tipico delle monete coniate nel periodo arabo; Tarico, acronimo derivante da Tari e complementare; Cariddi, che unisce mito e storia; Buddaci, per “imparare a conoscerci meglio”; Me.Mo, acronimo di Messina e moneta; Eubea, dalla città della Magna Grecia i cui abitanti fondarono Zancle; Eco, dal mito greco affinché valga da “messaggio apotropaico per il rilancio dell’economia”. (@FabioBonasera)

 

 

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