Finiti i lavori della Leopolda, la numero cinque, facciamo un bilancio con un giovane esponente del Pd, Giuseppe Ciraolo, renziano della “primissima ora” messinese, esponente della direzione regionale del Lazio, a cui abbiamo chiesto come è cambiata la natura dell’incontro di una parte del Pd che dall’essere “critico” è divenuto governativo.
“In cinque anni è cambiato il mondo praticamente, sono cambiati governi e addirittura due papi. Nel 2010 eravamo solo un piccolo ma sostanzioso nucleo di “protesta” che con gli anni è cresciuto, cambiato, fino ad arrivare quest’anno al Governo del paese. Dovendo fare un parallelo con le altre Kermesse andate in scena negli anni passati, diciamo che quest’anno la Leopolda è stata una manifestazione istituzionalizzata, di Governo, com’è giusto che sia.Un format nuovo e stringente di interazione politica, tra cittadini interessati, ma non necessariamente abituati alla politica. Contatto diretto, ragionamento concentrato e propositivo. A chi dice con troppa faciloneria, dove erano i contenuti? Rispondo sui 50 tavoli tematici e ognuno di questi ha prodotto dei documenti che non rimarranno carta straccia.
E’ facile protestare contro tutti e tutto, più difficile fare proposte nel merito e portarle a termine, quest’anno la differenza sta tutta qui, si è passati dalla protesta seria e costruttiva alla proposta in grado di far crescere il paese, e allora mi chiedo perché si continuano a demonizzare quelle centinaia di persone che nel PD e per il PD hanno parlato per tre giorni di fisco, legalità, cultura, energie alternative ecc.? un patrimonio che ha detto la sua, a partire da un dato che il rinnovamento si basa su idee non sull’ età, perché come ho ribadito in varie circostanze, non vogliamo i cloni, ma vogliamo gente vera che crede in quello che fa”.
Diciamo che questo tuo entusiasmo non è colto da molti esponenti del partito, tantomeno da quei sindacati che ne sono stati in parte la costola, vedi Cgil.
“Credo che si tratti di una parte immatura sostanzialmente,ancorata a vecchi schemi ideologici, che governa con Renzi ma nel week end va a manifestare contro, accodandosi ad un sindacato che ormai non garantisce neanche i lavoratori.Infatti credo che a San Giovanni, non si sia svolta soltanto una manifestazione sindacale, ma sia andata in scena un’autentica sagra dell’ipocrisia, e cerco di spiegarmi meglio. La manifestazione è stata promossa dagli stessi che due anni fa si guardarono bene dal dar battaglia quando si decise di portare l’aliquota previdenziale dei co.co.co e co.co.pro. dal 27 al 33% entro il 2018 per ripianare i 21 miliardi di buco nei bilanci Inps proprio coi contributi dei tanti parasubordinati iscritti alla Gestione Separata: ragazze e ragazzi sottopagati, privi d’indennità e di prospettive previdenziali che venivano incredibilmente gravati del peso di aliquote ancora più elevate per pagare le pensioni delle categorie maggiormente tutelate e iperprotette. Dov’erano i sindacati? Tacevano, interessati solo a tutelare i “diritti acquisiti” dei loro sempre più anziani iscritti, fregandosene apertamente di quei giovani rei d’esser nati nell’epoca sbagliata e di non avere in tasca la loro tessera. A questi gentili e pregiatissimi Signori degli scioperi ad orologeria, vorrei dire che il vostro capitale di credibilità, ormai, ve lo siete giocato da un bel pezzo, il paese sta cambiando e non lo lasceremo a voi”.
Vivi lontano da Messina, ma sei sempre molto attento alle vicende che riguardano il Pd cittadino…
“Su Messina ti dico che la rottamazione è appena iniziata. Se pensiamo che tutto sia finito con l’uscita di scena di Genovese abbiamo sbagliato: serve un nuovo renzismo, un modello che sappia far innamorare la città alla buona politica, una città che pensi al futuro in prospettiva,cosa che non riesco a captare adesso, ma non lasceremo marcire la nostra città, è anche per questo che mi sono e ci siamo messi in gioco”.
Non possiamo chiudere senza uno sguardo ai “dirimpettai”: a Reggio Calabria vittoria schiacciante di un giovane che potrebbe incarnare il nuovo Pd nello Stretto, Giuseppe Falcomatà, appena eletto sindaco.
“E’ l’esempio che si può cambiare: un ragazzo di 31 anni ha vinto contro ogni pronostico, facendo terminare l’era Scopelliti. E’ la dimostrazione che non è più tempo di piangersi addosso.” (@pal.ma.)