Si preannuncia una grande annata per la nuova stagione teatrale della rassegna “Atto Unico”, che può vantare certamente un parteur di alto livello, in cui si intrecciano magistralmente storie di vita trasmesse attraverso i canoni del teatro più innovativi. Nella festa di presentazione del cartellone, con la presenza anche di alcuni artisti protagonisti della rassegna, guidata dal direttore artistico Auretta Sterrantino e dal giornalista Giuseppe D’Avella, sono stati proposti i dieci appuntamenti che si susseguiranno da novembre a marzo, proponendo per ogni spettacolo due repliche nella stessa giornata, alle ore 18 e alle ore 21.
Si partirà il 9 novembre, al teatro Maria Annibale di Francia, con Asini tutti, uno spettacolo che si inserisce nel teatro-canzone, raccontando i personaggi del ‘900 attraverso i brani di Giorgio Gaber. Il tentativo di inserire la microstoria nella macrostoria risponde ad uno dei primi obiettivi della rassegna di “Atto unico”: la protesta e il trasmettere, energicamente, messaggi al pubblico in grado di farlo riflettere.
Il 23 novembre andrà in scena, nella chiesa Santa Maria Alemanna, Ratpus, adattamento del racconto dello scrittore e blogger Massimo Maugeri, con la regia di Manuel Giliberti, interpretato dalla famosa Carmelinda Gentile- Verrà portata la tragedia greca a Messina, decodificata e ricostruita in un personaggio perfettamente calato nei nostri tempi.
Per il terzo appuntamento, che si terrà il 7 dicembre, sarà la volta, al teatro Maria Annibale di Franica, di Erebo. Il lungo addio, il cui attento studio della mitologia classica è volto all’attualizzazione del mondo della tragedia classica. Come ha spiegato Sterrantino, che cura la regia e la drammaturgia dello spettacolo, “i personaggi sono alla ricerca di se stessi in maniera altamente sfiancante, fino a consumarsi. Il tentativo è quelo di mettere insieme, con equilibrio, simbolo e significato, per far sì che tutto sia misurato. Penelope, che cerca di recuperare tutti i valori andati perduti, contiene il messaggio principale che lo spettacolo vuole lanciare, ovvero quello di non arrendersi mai”.
Ma il teatro, così come già si nota dallo spettacolo d’apertura, è anche musica, canzoni, le cui parole sono perfettamente dentro il mondo teatrale. Infatti, il 21 dicembre, toccherà al concerto di Fabio Cinti, nella chiesa di Santa Maria Alemanna. Il cantautore, che vanta collaborazioni con Battiato, Morgan e tanti altri, propone con Tutto t’orna, una rilettura cameristica di brani scelti dai suoi tre ultimi album, arrangiati per pianoforte, quartetto d’archi e chitarra.
Spettacolo da non perdere sarà Sira di Tino Caspanello, che sarà in scena il 25 Gennaio, nella chiesa di Santa Maria Alemanna. Uno dei drammaturghi messinesi più stimati in Europa, soprattutto in Francia, propone per la prima volta tale dramma al pubblico peloritano. “Il testo – commenta Sterrantino – toglie il fiato. Nonostante questo, è ricco di pause profonde e dense, in grado di mostrare lo scontro tra padri e figli, in una modalità di raccontare che è tremendamente verosimile”. In un dramma che va per contrasti, secondo Caspanello “nel confronto tra generazioni, il teatro non deve essere cronaca, ma creare un vuoto tra generazioni”.
Altro concerto-spettacolo quello dell’1 Febbraio, al teatro Annibale Maria di Franica, sarà Controluce. I suoni dell’ombra, con la voce di Vincenzo Quardarella, accompagnato dagli Esoscheletri, che hanno dato in sala un assaggio della loro suggestiva performance. In un gioco di luci ed ombre avviene un vero e proprio ribaltamento delle prospettive e del mito, in cui viene a mancare qualsiasi punto fermo.
Il 15 febbraio, sarà la volta de Il dubbio. Qui. Intorno., nella Chiesa di Santa Maria Alemanna, di Samuel Beckett, con Alessio Bonaffini, per la regia di Roberto Bonaventura, che per la prima volta si cimenta con la produzione del grande Beckett, la cui cartina di tornasole è data dal tema del dubbi.
Volevo essere brava, invece, per una regia di Paride Acacia, andrà in scena l’1 marzo. Liberamente tratto da Il corpo giusto di Eve Ensler, la commedia descrive la deriva contemporanea del concetto di corporeità, che è stato portato all’estremo nel mondo femminile. Con ironia, che non vuole essere semplicemente leggera, l’intento è quello di mostrare il desiderio di perfezione, che diventi monito sociale e politico, più che estetico.
Penultimo spettacolo, previsto per il 15 marzo nella chiesa di Santa Maria Alemanna, sarà La città invisibile, di Angelo Campolo, con la collaborazione di DAF – Teatro dell’Esatta Fantasia. Nell’occasione del trentesimo anno dalla scomparso di Italo Calvino, tale spettacolo sarà un omaggio al modo che lo scrittore ha guardato alle città, fino a renderle metafore dell’essere umano.
Il variegato cartellone di “Atto Unico” si chiuderà e completerà il 22 marzo con Adolphe, al teatro Annibale Maria di Francia, tratto da Le Prenom di Delaporte e De La Patelliere, con la regia di Sterrantino. Si tratta di una commedia amara che va a completare gli studi del direttore artistico sull’altro, che possono giungere ad un migliore livello grazie alle sfumature della commedia, attraverso cui si cerca di andare oltre il perbenismo e di capire la funzione del riconoscimento immediato.
Non resta allora che gustare e godere della bellezza di un mondo, quale il teatro, che diventa palcoscenico di vita e portatore stesso di vita.
(Clarissa Comunale)