Maggiore impulso all’“economia sociale, come fattore crescita e occupazione”, e al servizio civile, “da svolgere anche all’estero e con flessibilità, affinché diventi un autentico vivaio”. Nel complesso, una vera e propria “cooperazione tra istituzioni e organizzazioni associative all’insegna del principio della sussidiarietà”. Sono questi i cardini della riforma del terzo settore la cui discussione ha preso ieri il via in XII commissione, quella per gli Affari sociali, alla Camera. A presentarla, sempre ieri, a Messina, a Santa Maria Alemanna, Luigi Bobba.
Il sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali è intervenuto, grazie all’interessamento di Giacomo D’Arrigo, direttore dell’Agenzia nazionale per i giovani, nel corso di una tavola rotonda dal titolo “La riforma del terzo settore, nuove politiche, nuovi protagonisti”, organizzata dal Pd provinciale. I lavori sono stati introdotti dal segretario, Basilio Ridolfo. Presenti, oltre allo stesso D’Arrigo, l’assessore regionale al ramo, Giuseppe Bruno, Mimmo Arena, presidente di Lega Coop Messina, e Santino Scirè, presidente regionale delle Acli Sicilia.
Reduce proprio dall’introduzione dei lavori in commissione Affari sociali, Bobba esordisce con una stilettata ai deputati del Movimento 5 stelle: “Hanno una visione lunare di questo Paese”. Poi, entra nel vivo della questione: “La rete del mondo associativo è uno dei nostri talenti. Per questa riforma, abbiamo privilegiato il metodo della consultazione, interpellando circa mille soggetti”. Il disegno di legge sul terzo settore, fa presente Bobba, è stato voluto da Matteo Renzi “non come optional ma come elemento fondamentale del mosaico delle riforme che sta interessando il Paese”.
L’anima della riforma è l’articolo 118 della Costituzione, l’ultimo comma in particolare: “Le istituzioni della Repubblica favoriscono la autonoma iniziativa dei cittadini singoli e associati nello svolgimento di attività di interesse generale, secondo il principio di sussidiarietà”. “Noi, prosegue Bobba – vogliamo proprio che tutta la legislazione, semplificata e riordinata, si ispiri al principio di sussidiarietà”. Il primo passo – fa notare – è stato fatto ma il lavoro è ancora tanto: “Alla commissione ho chiesto di stringere i tempi. In Italia, di solito, uno fa una proposta e gli altri 99 si incaricano di smontarla. In questo caso ammetto di aver scorto un atteggiamento diverso”.
Il volontariato, secondo la proposta di riforma del Governo, va ricompreso in un orizzonte più ampio. Ci sono 700mila professionisti del settore che partecipano a produrre oltre il 3% del Pil: “La diversità del terzo settore – afferma il sottosegretario – è un valore ma va regolamentata. Occorre delineare un perimetro uniforme per evitare si inseriscano soggetti che non ne hanno titolo”. Tra i criteri individuati per fare filtro, il perseguimento reale dell’interesse sociale e l’effettivo impatto sociale, “al fine di premiare chi fa davvero promozione sociale”.
Novità si prevedono anche sotto l’aspetto fiscale: “Non devono esserci figli e figliastri. Cercheremo di semplificare questo campo”. Il governo pensa ad applicare la fiscalità delle società a mutualità prevalente, favorendo la produzione, sebbene in misura contenuta, di utili: “Nella legge di stabilita, inoltre, è prevista la possibilità di compiere atti di liberalità fino a 30mila euro, incentivando così le donazioni”. Attualmente il limite è di poco inferiore ai 3mila euro.
Il primo “turbo” – così lo definisce Bobba – della riforma, è costituito dalle imprese sociali: “Una legge già esiste ma è rimasta sulla carta considerato che ce ne sono circa 12mila in tutto. Poche. Vorremmo cogliere il vettore dell’economia sociale che l’Europa ci invidia, creando una nuova famiglia di imprese sociali in forma non cooperativa. Nella distribuzione degli utili, premieremo l’innovazione. Cercando capitali per chi vuole investire in innovazione sociale”.
Il secondo turbo è dato dal servizio civile: Recentemente sono stati calcolati circa 15mila giovani dediti a questa attività. Entro il 2017 vorremmo portarli a 100mila. Il servizio civile si potrà svolgere con flessibilità, anche per solo 6 mesi, e all’estero. Stiamo mettendo a punto un sistema per certificare le competenze acquisite e creare grande vivaio”. (@FabioBonasera)