Quello che si prospetta è un vero e proprio autunno caldo. con una forte mobilitazione al livello nazionale sui temi del lavoro e delle politiche sociali, nel quadro sempre più drammatico – quando non tragico – della crisi economica in corso. E Cambiamo Messina dal Basso intende schierarsi in prima linea, annunciando la propria partecipazione alla manifestazione nazionale indetta dall’Or.Sa, anche a Messina, il 24 ottobre; a quella del 25 ottobre a Roma, indetta dalla Cgil; a quelle della Cub previste per il 14 novembre.
“Siamo fortemente convinti – afferma il movimento in una nota – che il cambiamento che noi auspichiamo, a partire dalla difesa delle classi più deboli, passi necessariamente dal netto rifiuto e contrasto delle politiche economiche e sociali portate avanti dai governi nazionali ed europei negli ultimi anni, che hanno visto nell’austerità e nella costante ricerca del consenso dei poteri forti e di impalpabili ‘mercati’ le uniche ricette praticate, i cui effetti disastrosi sono sotto gli occhi di tutti e vengono pagati quotidianamente dai settori più deboli della popolazione. Ci troviamo di fronte a dei governi che svendono diritti e tutele alle multinazionali nordamericane con la negoziazione in gran segreto del Ttip, il trattato di commercio transatlantico, salvo poi non trovare i fondi per garantire un principio fondamentale come la continuità territoriale, che rappresenta per noi una priorità assoluta”.
Pertanto, riconoscendosi pienamente nelle rispettive piattaforme, il movimento Cambiamo Messina dal Basso aderisce “in maniera convinta” alle diverse manifestazioni programmate nelle prossime settimane “contro le politiche del governo Renzi e dell’Unione Europea”. “Affianchiamo – dicono gli appartenenti a Cmdb – i lavoratori e le lavoratrici impegnati, tra l’altro, nel contrasto delle riforme portate avanti dal governo nazionale (a cominciare dal Jobs Act e l’abolizione dell’articolo 18), contro l’austerity dell’Ue e i tagli generalizzati alla spesa pubblica nei settori di maggiore interesse sociale e ci schieriamo a favore di un modello diverso di sviluppo, basato sulla tutela dei lavoratori e dei cittadini in genere, a partire da strumenti quali il reddito di cittadinanza, di difesa del ‘pubblico’ dai processi imperanti di privatizzazione e di tutela del territorio e dei beni comuni”.
In un simile contesto, proseguono, “non possiamo non rilevare come le politiche portate avanti finora non abbiano fatto altro che scaricare l’onere dei tagli sugli enti locali, costringendo le amministrazioni comunali a far fronte a un numero crescente di richieste ed esigenze con sempre maggiore difficoltà. Noi non ci prestiamo a questo gioco e denunciamo con forza le responsabilità di chi ci governa, tanto a Bruxelles quanto a Roma”.