Con l’incredibile 2-2 maturato tra Inter e Napoli nel posticipo andato in scena a San Siro, il quadro del settimo turno di serie A è quasi completo, in attesa del monday night che vedrà il Genoa ospitare l’Empoli a Marassi.
Avviando la nostra disamina proprio dalla partitissima, non esageriamo dicendo che i 90 minuti del Meazza hanno rappresentato l’emblematico spot del brutto e del bello del calcio, insieme.
Fino al minuto 79 le due squadre in campo avevano tradito decisamente le attese, vittime di un tatticismo esasperato e schiave della paura di perdere. Noia ai livelli de La corazzata Potëmkin. Poi è successo l’imponderabile: la rasoiata di Calletì – valsa il momentaneo 1-0 – ha avuto gli stessi effetti di un cerino acceso scivolato in una tanica di benzina. La partita è letteralmente esplosa, con i nerazzurri capaci di recuperare due volte lo svantaggio, quando invece era più che lecito attendersi un crollo da parte di una squadra sull’orlo di una crisi di nervi, poiché reduce da due colossali figuracce. Quattro gol, capovolgimenti di fronte continui, esultanze sfrenate e shock repentini: il tutto condensato in 12 minuti per un altalenarsi di emozioni davvero da ricordare. L’inzuccata di Hernanes in pieno recupero tiene in stand-by la posizione di Walter Mazzarri, chiamato a dare una secca sterzata al più presto per evitare il totale esaurimento della fiducia di Thohir. Dall’altra parte della barricata, l’altro grande ex Rafa Benitez si è visto sfuggire il colpaccio che avrebbe definitivamente rianimato l’ambiente. In attesa che il vero Higuain torni a farsi vivo, il tecnico spagnolo si coccola il summenzionato José Maria Callejon, che fin qui ha fatto per sé e per El Pipita.
L’esito più significativo del weekend calcistico si è però registrato sabato sera al “Mapei Stadium”, dove il Sassuolo ha imposto il pari alla Juventus capolista, interrompendone la striscia di vittorie consecutive – sei – centrata dall’inizio del campionato.
Un risultato che, al tirar delle somme, può stare stretto alla Vecchia Signora, rea di aver sprecato nel primo tempo le occasioni per ribaltare del tutto la contesa, sbloccata da Simone Zaza e riequilibrata da Paul Pogba.
Un risultato che, soprattutto, risolleva di molto l’umore della Roma, portatasi ad una sola lunghezza dai bianconeri grazie al comodo 3-0 rifilato al Chievo nel primo anticipo, ko rivelatosi fatale al primo esonerato stagionale, Eugenio Corini, già rilevato in panchina da Rolando Maran.
Al terzo posto troviamo sempre la Sampdoria, che per larghi tratti del pomeriggio domenicale aveva fatto sentire il fiato sul collo alle due battistrada, tallonandole senza alcun timore reverenziale. I sogni blucerchiati sono stati però vanificati dal protagonista che non ti aspetti, Danilo Avelar, artefice della rimonta del Cagliari dallo 0-2 con un gol e un assist.
Pesantissimi i due successi esterni di giornata. La Lazio ha sbancato l’Artemio Franchi all’ora di pranzo sfruttando il vento dell’est, che ha trasportato nel tabellino dei marcatori l’implacabile Filip Djordjevic (ormai Klose, subentratogli all’89’, veste i panni della comparsa) e Senad Lulic, abili entrambi a somministrare alla Viola le polpettine preparate dallo chef Antonio Candreva. Terza affermazione di fila per i biancocelesti, ampio passo indietro per la Fiorentina rispetto al recente trionfo contro l’Inter. E per una volta può finire sul banco degli imputati Vincenzo Montella, la cui gestione dei cambi nella ripresa è parsa incomprensibile.
Sono due, invece, le vittorie inanellate consecutivamente dal Milan di Keisuke Honda. Sì, l’uomo simbolo del nuovo corso rossonero – targato Inzaghi – finora corrisponde all’identikit del biondo del Sol Levante, tanto stroncato dalla critica nella seconda parte della stagione scorsa quanto osannato adesso, a vetta della classifica dei cannonieri raggiunta, in coabitazione con Tevez e Callejon: la gara per salire sul carro del nipponico va arricchendosi di partecipanti.
Viaggiando sulla A4, il discorso vale anche per Fabio Quagliarella, giunto alla quinta rete consecutiva (Europa League compresa) per la gioia di Giampiero Ventura, che si gode l’attaccante stabiese scaricato -vigente l’era Conte – dai dirimpettai della Juve. L’essenziale 1-0 sull’Udinese consente al Torino di guardare con maggior fiducia al futuro: raggiunta quota otto in classifica.
Sorrisi tra le mura amiche anche per Palermo e Atalanta, che al fotofinish hanno regolato – rispettivamente – Cesena e Parma (sempre più inguaiato), conquistando tre punti fondamentali per allontanare la crisi e, quanto ai rosanero, diradare le nubi addensatesi sul tecnico Iachini, che dal suo canto si sarà già premurato di commissionare la statua da erigere al costaricano Gonzalez. Per il conto rivolgersi a Zamparini, of course.
Jody Colletti Twitter: @jodycolletti